Sezioni speciali / Epistolari

Epistolario Bartolomeo Munari

Dopo la morte del marchese Lodovico Gonzati, avvenuta improvvisamente il 12 settembre 1876, la sua intera libreria confluì all'interno del patrimonio della Biblioteca Bertoliana. La considerevole donazione Gonzati (più di 6.000 opere) era, in realtà, già stata annunciata due anni prima, nel 1874. Essa andò a costituire il Fondo Gonzati, ossia il nucleo originario vincolato per disposizione testamentarie a precise clausole volte a evitare la sua dispersione. A questa prima donazione ne segue una seconda compiuta, a partire dal 1879, da Teresa Beretta vedova di Guido Gonzati. Questa elargizione, che durò circa una trentina d'anni -sino al primo decennio del Novecento-, portò a un notevole incremento della prima raccolta. Le tre antiche segnature redatte sulla coperta dei tre volumi che costituiscono l'epistolario Bartolomeo Munari (E. 79) fanno espressamente riferimento al Fondo Gonzati. Si rende dunque necessario confrontare queste segnature, L 7.29-31 Gonzati, con gli unici due inventari a noi pervenuti: di Vittorio Barichella (V. Barichella, Libreria Gonzati Inventario, con un volume in Appendice. Collezione d'opere vicentine regalate alla Città di Vicenza dal proprietario Revendissimo Lodovico Marchese Gonzati, Vicenza, Biblioteca Bertoliana, 1877) e di Andrea Capparozzo (A. Capparozzo, Manoscritti che si trovano nella libreria di M. Lodovico Gonzati da aggiungersi a quelli della Bertoliana, Vicenza, Biblioteca Bertoliana, 1878). Su entrambi gli inventari non vi è notizia circa queste tre segnature, ed è dunque lecito ipotizzare che l'epistolario Munari sia giunto in biblioteca con la seconda donazione elargita dalla vedova Gonzati. Le segnature, così come il titolo che ogni volume possiede, sono identificabili come di mano di Vittorio Barichella che fu vice bibliotecario della Biblioteca Bertoliana sino al 1890. L'epistolario Munari, di conseguenza, potrebbe essere giunto e incluso all'interno delle collezioni della biblioteca tra il 1879 e il 1890. L'epistolario, composto da tre unità archivistiche, si propone come un semplice quaderno d'appunti in cui Munari si trovò ad annotare e ad abbozzare mozioni e missive da inviare conseguentemente ai Deputati della Città di Vicenza. Le minute appaiono così fortemente corrette, cancellate e rettificate; ogni volume si presenta, quindi, come un vero e proprio fascicolo di bozze. Redatte in maniera consecutiva, le minute sono state tra loro separate solo da una breve linea orizzontale. Si sottolinea la presenza di titoletti riassuntivi sul margine sinistro in cui lo stesso Munari specifica il soggetto di ogni singola minuta, in taluni casi anche solo di un'unica frase. Si rende necessario, infine, evidenziare l'uso nelle minute del more veneto che, di fatto, altera gli estremi cronologici riportati nella seconda e terza unità. In Biblioteca Bertoliana, oltre all'epistolario E. 79, è confluito molto del materiale appartenuto all'avvocato vicentino. Documenti amministrativi, diploma di laurea e lettere sono stati acquisiti mediante la donazione elargita da Maffeo Todeschini nel 1885. Fratello del ben più noto Giuseppe, Maffeo lasciò in eredità alla biblioteca tutti i documenti appartenuti alla famiglia Todeschini compresi quelli appartenuti allo zio Bartolomeo Munari. Alcune corrispondenze si possono trovare all'interno delle carte Giuseppe Todeschini (C. To, b. 1 e b. 3), dell'epistolario Todeschini (E. 101 ed E. 102) e all'interno della Miscellanea Archivistica, sezione Carte di Famiglia, serie Famiglia Munari.

Epistolario Bartolomeo Munari

1795 ott. 26 - 1797 mag. 16 unità archivistiche 3