Soggetto produttore

Formenton, Francesco

1799 giu. 25 - 1874 dic. 04

Francesco Formenton nacque a Vicenza, il giorno 25 giugno 1799, da Domenico e Anna Bardella. Compì gli studi di ingegneria e architettura all'Università di Padova, dopo aver intrapreso per un breve periodo la carriera di pubblico impiegato. Conseguita la laurea (6 settembre 1831), ottenne il 31 marzo 1834 il titolo di ingegnere civile ricevendo dalla Congregazione municipale di Vicenza, nel gennaio 1842, l'incarico di sovrintendere alla manutenzione delle strade della città e delle zone limitrofe. All'attività d'ingegnere, per cui si adoperò apportando notevoli riforme nel campo dei criteri amministrativi e delle procedure d'appalto, affiancò la passione per la storiografia e la politica, dando mano, tra il 1830 e il 1834, a diversi ambiziosi progetti letterari rimasti poi incompiuti o per lo più andati distrutti. Proprio a questi anni risalgono i primi contatti con i più importanti esponenti della cultura veneta, tra cui spiccano numeriosi professori dell'Università di Padova e i conti vicentini Giovanni Da Schio e Francesco Gualdo, ai quali Formenton si rivolse per aiuti e consigli. Ma le sue idee repubblicane ostili al governo austriaco e, in principio, alla linea filosabauda lo costrinsero, durante la prima guerra d'indipendenza e all'indomani della sconfitta di Vicenza (10 giugno 1848), ad abbandonare la patria trovando riparo tra Firenze, Roma, Genova e Torino. Tornato a Vicenza in seguito all'amnistia dell'agosto 1849, rimase senza un impiego professionale pubblico sino al 1851, quando, abbandonate le posizioni antimonarchiche, riprese saltuariamente la collaborazione con l'amministrazione comunale, ottenendo dal 1° maggio 1853, oltre alla direzione delle opere di manutenzione stradale del centro urbano, anche quelle inerenti all'edilizia privata. Intraprese così una vera e propria campagna di propaganda e informazione sui progetti di riforma tecnico-amministrativa pubblicando, nel gennaio 1854, un "Discorso sulla manutenzione delle strade forensi ed urbane" che inviò in dono a ben cinquanta amministrazioni municipali dei diversi Stati italiani. Seguirono ulteriori studi che gli valsero svariati riconoscimenti, come la nomina a membro ordinario dell'Accademia Olimpica di Vicenza (14 aprile 1855). Ciò nonostante, soprattutto per le ostilità dell'assessore filoaustriaco Giuseppe Pasetti, il 13 luglio 1856 venne bruscamente licenziato, a nulla valendo i reclami e le reiterate espressioni di solidarietà di molti consiglieri comunali. Tuttavia continuò a farsi promotore di progetti di rinnovamento urbanistico pubblicando piani, studi e osservazioni, non trascurando altresì i lavori di divulgazione culturale e di educazione morale per il popolo, ai quali si dedicò in una prospettiva borghese-moderata (si segnalano i due scritti "Gli indigenti e gli operai" e "L'uomo felice", rispettivamente pubblicati a Vicenza nel '56 e nel '57). Svolse poi ricerche d'ambito storico-artistico lasciando manoscritti e opere a stampa ora per la maggior parte depositati alla Biblioteca civica Bertoliana. A partire dal 1863 riottenne incarichi occasionali con la Giunta municipale, collaborando con Fedele Lampertico, Alessandro Rossi e altri nel tentativo d'industrializzazione del comprensorio vicentino promosso dalla Società vicentina montanistico-industriale. Scelse poi, nell'anno dell'annessione del Veneto all'Italia, d'entrare in Consiglio comunale, venendo riconfermato nei successivi scrutini con un discreto numero di suffragi. Testimonianza della partecipazione alla vita politica della città sono gli otto volumi manoscritti della sua "Cronaca vicentina", stesa in forma di diario tra il '67 e il '74, anno della morte, che lo colse il giorno 4 dicembre. Fin dal 12 febbraio 1867 era stato reso pubblico il suo lascito testamentario all'Accademia Olimpica per l'istituzione di un premio letterario da assegnarsi, ogni cinque anni, alternativamente alla migliore nuova opera di storia italiana, di letteratura, di scienze economiche, morali o politiche. Il primo concorso fu bandito nel 1877. Delle opere date alle stampe si segnalano "Storia del teatro Eretenio di Vicenza dalla sua fondazione al giorno 22 sett. 1867" (1868), "I podestà di Vicenza dalla origine fino al secolo presente" (1870), "Corona di vicentini illustri" (1870), "Storia e illustrazione della basilica di Palladio in Vicenza" (1870), "Vicenza e le sue gemme artistiche" (1872), mentre dei manoscritti, oggi conservati alla Biblioteca civica Bertoliana, risultano di particolare interesse l'epistolario personale (Fondo Epistolari, b. E. 42), che raccoglie carteggi d'illustri personaggi e documenti relativi all'attività di ingegnere, e i testi "Memorie di un viaggio per l'Italia nel 1848-49" (ms. 3477), la già citata "Cronaca vicentina" (mss. 3483-90) e "Guerra di Crimea" (ms. 3478). Altre sue lettere sono all'interno dell'Epistolario Andrea Capparozzo (Fondo Epistolari, b. E. 19, u.a. 227), nelle Carte Antonio Fogazzaro (Fondo Archivi di Persona, Fondo Narni, b. 1, CFN. 2) e nelle Carte Paolo Lioy (Fondo Archivi di Persona, b. C.Li.9, u.a. 249).
Parte del testo è tratto da: A. Cevellotto, Formenton, Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49 (1997), Roma 1997, pp. 39-41
Donatore alla Biblioteca civica Bertoliana

Epistolario Francesco Formenton

1832 mag. 25 - 1874 giu. 03 unità archivistiche 11