Soggetto produttore

Capparozzo, Andrea

1816 ago. 08 - 1884 apr. 29

Andrea Capparozzo nacque a Vicenza l'8 agosto 1816, da famiglia agiata originaria di Lanzé.
Contraddistinto da un amore per gli studi ereditario seguì le orme dei parenti, quali l'amato fratello Giuseppe (1804-1848) e gli zii paterni Andrea Antonio (1754-1804), Giambattista (1758-1830) e Matteo (1770-1841) che erano stati preti, verseggiatori, insegnanti e in seguito arcipreti, il primo a Quinto, il secondo a San Giorgio in Brenta e il terzo a Villaverla.
Andrea terminò gli studi di teologia al Seminario di Verona e tornò a Vicenza. Ordinato sacerdote si dedicò all'insegnamento nei collegi comunali di Castelfranco, dove insegnò grammatica, e di Cologna Veneta e nei seminari di Belluno e Rovigo, dove ebbe la cattedra di umanità.
Nel 1848 fu esiliato per alcuni scritti politicamente non allineati su un giornale rodigino e fu costretto a imboccare la via dell'esilio e ripararsi a Bologna, Roma e Firenze. Rimpatriò nel 1849 e per proseguire l'insegnamento dovette fondare una scuola privata che rimase aperta fino al suo incarico di bibliotecario della Bertoliana.
In quegli anni si impegnò per la raccolta delle poesie del fratello Giuseppe, dolorosamente scomparso nel 1848, che fu pubblicata a Vicenza nel 1851. Si dedicò anche alla scrittura di componimenti in versi, per lo più d'occasione, e in prosa. Tra i suoi scritti si ricordano i Cenni Biografici dedicati ad eruditi e letterati vicentini contemporanei, tra cui l'abate Angelo Beltrame, Ambrogio Fusinieri, Ortensio Zago, l'abate Giambattista Trecco, Giuseppe Sorio, Giovanni Maria Angiolello, Ignazio Savi.
Nel 1857 alla morte del bibliotecario Ignazio Savi si candidò come bibliotecario della Bertoliana in concorrenza all'abate Antonio Magini, al cavaliere dottore Bartolomeo Bressan, all'ingegnere Francesco Cita e all'abate Carlo Adami. Vinse con 22 voti la seduta consigliare del 10 novembre 1857, e subentrò quale bibliotecario, coadiuvato dal suo vice: l'architetto Vittorio Barichella.
Durante la sua permanenza arricchì le raccolte della biblioteca grazie ai doni ottenuti da governi, istituti, principi, autori. In due anni risistemò la biblioteca suddividendo il patrimonio e rifacendo il catalogo alfabetico generale in cartini secondo il modello delle schede di Aristide Staderini, con informazioni che comprendevano il nome dell'autore, il titolo dell'opera, il luogo dell'edizione, il tipografo o editore, l'anno di stampa, il formato, la collocazione, eventuali note sull'esemplare. I cartini istituiti da Capparozzo costituiscono il catalogo a schede mobili tutt'ora in uso per opere anteriori al 1929 suddivise in catalogo generale e catalogo di storia locale Gonzati. Compilò anche 70.000 schede per materia, andate disperse negli anni.
Durante la sua carriera bibliotecaria completò vari studi bibliografici: su Dante a Vicenza (Vicenza, 1865) e su Giangiorgio Trissino (Vicenza, 1878). Nel 1872 pubblicò "Sui doni pervenuti alla Biblioteca Bertoliana dal primo gennaio 1858 a tutto l'anno 1871" (Vicenza, 1872), conferenza letta all'Accademia Olimpica di Vicenza. Elaborò l'elenco dei codici di pregio della Bertoliana, edito nel Sul Giornale delle Biblioteche del 1870-71-72-73. Rifece e completò il catalogo dei manoscritti dettagliato con indicazioni paleografiche e bibliografiche. I suoi cataloghi furono poi continuati dai suoi successori Domenico Bortolan e Sebastiano Rumor.
Andrea Capparozzo morì dopo 4 mesi di malattia la mattina del 29 aprile 1884. Fu deposto per sua volontà nella tomba della famiglia Schiavo dov'era stato sepolto il fratello Giuseppe.
I funerali si svolsero la sera del 30 aprile 1884: il corteo funebre con alla testa la Banda Cittadina muoveva dalla contrada S. Domenico, dalla chiesa di S. Pietro al cimitero comunale di Vicenza. Reggevano i cordoni del feretro l'assessore cavaliere Giacomo Zanella, Antonio Fogazzaro in rappresentanza del Consiglio Scolastico, il presidente del Liceo cavaliere Sacerdote Morchio e il professor Pazienti, presidente della commissione della Biblioteca; seguivano i reduci del '48, il deputato Paolo Lioy, l'abate Giuseppe Fogazzaro, il corpo insegnante degli istituti governativi e comunali. Al cimitero lo ricordarono Zanella, Pazienti e Morchio.
Andrea Capparozzo fu ricordato come un sacerdote illuminato ed esemplare, cittadino dotto ed operoso, uomo di rara dottrina congiunta ad altrettanta modestia, modi squisitamente gentili, sollecito disinteresse nel giovare gli altri con le sue conoscenze.

Epistolario Andrea Capparozzo

1705 - 1887 unità archivistiche 639