Soggetto produttore

Dal Ferro Fracanzani

Stando al «Memoriale a' posteri per conservare et diffendere le ragioni et la facoltà della Casa» compilato da mano ignota nel sec. XVII (serie: Memorie, lettere, alberi genealogici, n. 88), la famiglia Fracanzani discenderebbe dalla famiglia Castelli originaria di Terni, la quale, a sua volta, trarrebbe le sue origini dagli antichi re di Borgogna. Un ramo dei Castelli formò la famiglia Tiberti, appartenenti all'antica nobiltà di Tiferno, oggi Città di Castello, in Umbria. Il legame esistente tra le famiglie Tiberti e Fracanzani troverebbe ulteriore conferma dall'analisi dei rispettivi stemmi nobiliari_ il primo raffigurante un leone rampante dorato in campo celeste, il secondo rappresentante tre teste di leone dorate disposte a triangolo rovesciato su campo celeste. Nel 1304, a causa delle sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini, Giacomo, Franceschino e Pietro, figli di Cappuccio Tiberti, furono costretti ad abbandonare la terra natale. «Questi, chiamandosi hora de' Tiberti, hora de' Fracanzani, piantarono le radici alla nobile famiglia Fracanzana in Vicenza et in Verona». Giacomo «de Fracanzanis de Tibertis de Civitate Castelli» si stabilì a Verona, dove si affiliò ad Alberto e Mastino Della Scala (Pagliarini). Fu a capo delle milizie che entrarono in Padova schierate contro i Carraresi: fatto ostaggio e condannato a morte, fu graziato per intercessione degli ambasciatori veneziani Marco Loredan, Giustiniano Giustiniani e Andrea Morosini. Pietro, invece, con investitura dell'11 febbraio 1316 ricevette dal vescovo di Vicenza Sperandio un feudo in territorio di Orgiano, già appartenuto a Maurizio di Enrico Orgiano, il quale, morto senza eredi maschi, aveva lasciato i suoi beni alla Mensa episcopale di Vicenza. Tra i suoi discendenti si contano valorosi guerrieri e famosi letterati, i quali accumularono progressivamente nuovi feudi nel territorio di Orgiano, dove ebbero giurisdizione, e in quello di Agugliaro, dove ottennero invece titolo di conti insieme con i Pigafetta. Nel 1870 i beni dei Fracanzani posti in territorio in Orgiano saranno rilevati dalla famiglia Orgiano per passare poi, per via successoria, alla famiglia Piovene. Il ramo da cui discenderebbero gli esponenti della famiglia Fracanzani di cui si conservano le carte in Biblioteca Bertoliana sarebbe quello indicato, negli alberi genealogici conservati, come ramo «F» e che ebbe il suo capostipite in Gregorio di Giacomo (1451-1484), autore nel 1484 insieme al fratello Nicola Bartolomeo del fedecommisso che vincolò "pro futuro" il patrimonio familiare nella sua integrità «di fatto e di diritto». Il terzo fratello Francesco (m. 1345) sarebbe il progenitore del ramo dei Fracanzani stanziatisi a Vicenza. Fu dottore in legge e vicario di Vicenza su nomina di Alberto e Mastino Dalla Scala; suo figlio Antonio fece parte dei Deputati al governo della Città (nel 1379), così come suo cugino Francesco, figlio di Giacomo. Nei secoli successivi i Fracanzani parteciparono direttamente alla vita politica e amministrativa della città di Vicenza e del vicariato di Orgiano, dove tra l'altro contribuirono attivamente alle bonifiche dei terreni circostanti, provvedendo alla realizzazione di grandi progetti di risanamento territoriale pianificati dalla Repubblica di Venezia. A cavallo tra i secoli XVI e XVII è attestato un Giulio Fracanzani presidente del consorzio della Liona. Tra i membri della casata vanno citati Antonio di Baldissera, erudito, autore di molte opere, lettore negli Studia di Bologna e Padova, nonché filosofo celebrato anche da Pagliarini, e ancora Giovanni Battista di Eleno, che fu militare in Ungheria, Transilvania, Polonia, Svezia e in Fiandra, al servizio delle Corone di Polonia e d'Austria. Risale al 1690 l'investitura alla famiglia Fracanzani di una miniera di rame sul monte di Isolella in contrà Valle delle Manlonghe a Torrebelvicino nel distretto di Vicenza. All’inizio del 1700 la famiglia Fracanzani, diventata tra le più importanti di Vicenza, commissionò all’architetto Francesco Muttoni la costruzione della villa in città, l’ampliamento del giardino e dei fabbricati rurali. Il palazzo fu sede, tra l'altro, di un importante salotto letterario e a lungo vi soggiornò Elisabetta Caminer Turra, prima donna giornalista dell’epoca, nota per le sue idee illuministiche. Il c.d. ramo «F» della famiglia Fracanzani si estinse con i fratelli Giovanni Battista (test. 1811) e Nicolò Fracanzani (test. 1820). Con disposizione testamentaria del 10 luglio 1811 Giovanni Battista Fracanzani istituì sua erede universale la moglie Antonia Dal Ferro. Nicolò con testamento del 1820 istituì erede universale di tutta la sua facoltà mobile e immobile il conte Girolamo Giuseppe Velo. Nel 1826, alla morte di Antonia Dal Ferro e per sua espressa volontà testamentaria, tutti i beni (tra cui il palazzo di Vicenza, la villa di Orgiano con fabbriche annesse e terreni in località Serraglio) passarono in usufrutto al di lei fratello Gaetano ed erede universale fu nominato il nipote Teodoro, figlio di Gaetano e di Maddalena Trissino dal Vello d'Oro. Teodoro compare come ultimo produttore delle scritture del fondo conservato in Bertoliana.

Archivio della famiglia Dal Ferro Fracanzani

ca. 1306 - 1868 unità archivistiche 349