Archivio della famiglia Dal Ferro Fracanzani
Con disposizione testamentaria del 10 luglio 1811 Giovanni Battista Fracanzani, ultimo esponente, insieme con il fratello Nicolò, del ramo dell'antica nobile famiglia Fracanzani discendente da Gregorio Fracanzani (1484 - test. 1506), istituì erede universale la moglie Antonia Dal Ferro: la titolarità di tutti i suoi beni con relativi diritti attivi e passivi fu così trasferita in capo alla contessa. Il secolare patrimonio della casata Fracanzani, ubicato prevalentemente in Vicenza e nei territori di Orgiano, Agugliaro, Campolongo, Alonte e Sossano, fu così accorpato a quello della famiglia Dal Ferro e il pertinente archivio venne trasferito a palazzo Dal Ferro in contrà Porti 841 per essere unito a quello familiare, che era custodito «nel granaio» adibito anche a deposito di documentazione (cfr. fondo Fracanzani, sezione Processi e scritture diverse, serie Mazzi condizionati, mazzo n. 194, fasc. 11). Nel 1826, alla morte di Antonia Dal Ferro, per sua espressa volontà testamentaria tutti i beni passarono in usufrutto al di lei fratello Gaetano ed erede universale fu nominato il nipote Teodoro, figlio di Gaetano e di Maddalena Trissino dal Vello d'Oro. Teodoro compare come ultimo produttore delle scritture del presente fondo. Il "granaio" dove era depositato l'archivio, che costituiva il piano secondo sottotetto del palazzo di contra' Porti, nel 1925, per iniziativa del nuovo proprietario Antonio Ersanilli (in precedenza la proprietà era della Banca Cattolica, e il palazzo sede della Società Cattolica Operaia), venne trasformato in piano abitativo, con conseguente sopraelevazione della copertura alla quota attuale. Non si può escludere che proprio in tale occasione, dovendosi sgomberare l'intero piano, Ersanilli abbia fatto dono alla Biblioteca dell'archivio in oggetto. Tradizionalmente attribuito alla sola famiglia Fracanzani, ora l'archivio prende la denominazione Dal Ferro Fracanzani. Il nucleo più corposo (ca. 300 unità archivistiche) è costituito dall'archivio Fracanzani, per il quale si è creato - a livello di albero archivistico - la struttura di sub-fondo, trattandosi della sola documentazione prodotta dalla famiglia Fracanzani, assorbita poi dalla famiglia Da Ferro. Comprende le scritture per l'amministrazione e la gestione patrimoniale prodotte dagli esponenti del ramo discendente da Gregorio Fracanzani ed estintosi con la morte dei fratelli Giovanni Battista e Nicolò. E' stata individuata la presenza, in qualità di archivio aggregato, di scritture della famiglia Fontana, pervenute alla famiglia Fracanzani all'inizio del Settecento unite alla dote di Francesca Fontana, andata in sposa a Gregorio Fracanzani. La documentazione è corredata da tre serie di catastici, riconducibili ad altrettanti interventi di sistemazione delle scritture; l'ultima riorganizzazione è infatti da attribuire all'iniziativa dei suddetti fratelli Giovanni Battista e Nicolò. Purtroppo le vicende e i rimaneggiamenti subiti dalle carte, soprattutto durante la 'gestione' Dal Ferro, sono risultati fatali alla struttura originaria assegnata dai produttori. A parte è stato descritto il consistente nucleo di fascicoli processuali, riconducibili alle famiglie Fracanzani, Fontana, Dal Ferro e Sangiovanni, pervenuti organizzati in mazzi privi di alcuna distinzione per soggetto produttore, frammisti anche a documentazione di carattere eterogeneo. La serie «Amministrazione del patrimonio Dal Ferro» (37 unità archivistiche) raccoglie invece la documentazione prodotta per l'amministrazione del patrimonio familiare Dal Ferro. Frammiste a queste carte sono conservate scritture della famiglia Sangiovanni, con ogni probabilità pervenute unite all'eredità di Annibale Sangiovanni il quale, con testamento del 1744 e codicillo del 1745, nominò erede universale ed esecutore testamentario Scipione Dal Ferro, avo di Antonia e Gaetano. Una segnalazione a parte merita, infine, la vicenda della ricca biblioteca della famiglia Fracanzani. Con legato testamentario del 1811 Giovanni Battista Fracanzani lasciò al fratello la sua porzione «della commune libraria da [lui] custodita, di cui [Nicolò teneva] il catalogo». Nicolò con testamento del 1820 istituì erede universale di tutta la sua facoltà mobile e immobile il conte Girolamo Giuseppe Velo, a cui lasciò anche la preziosa biblioteca di famiglia. Il catalogo della biblioteca è conservato tra le carte d'archivio (cfr. sezione Processi e scritture diverse, serie Mazzi non condizionati, mazzo n. 259, fasc. 14). Un altro esemplare del catalogo, della stessa mano, è conservato nell'Archivio storico della Biblioteca Bertoliana (serie: Doni e legati, b. 35, fasc. 14).
269 mazzi, 32 registri, 23 volumi membranacei e cartacei, 8 fascioli, 3 vacchette, 2 pacchi, 4 filze, 7 buste, 1 quaderno.