Soggetto produttore

Biblioteca civica Bertoliana

1708

La Biblioteca civica Bertoliana nasce dal desiderio di Giovanni Maria Bertolo (1631-1707), giureconsulto della Repubblica Veneta, di donare la sua ricca libraria a Vicenza, sua amatissima Patria. La municipalità decide di collocare la biblioteca nel Palazzo del Santo Monte di Pietà, in base al progetto dell'architetto Francesco Muttoni, che disegna anche inferriate, ornamenti e scaffalature. I lavori iniziano il 12 febbraio 1704 per concludersi il 26 giugno 1706. La Bertoliana apre nell'agosto 1708. L'inventario della donazione di Bertolo elenca 8.701 opere, di cui 1.614 di argomento giuridico. Il primo bibliotecario, proposto dal donatore, è Giovanni Agostino Cerato. Nei primi due secoli di vita la biblioteca cresce soprattutto grazie alle donazioni: nel 1776 Alba Checcozzi dona la libreria del fratello, il defunto Giovanni Checcozzi (1691-1756), composta da 1.623 volumi, nel 1790 Nereo Neri lascia alla Bertoliana 900 volumi di carattere scientifico appartenuti al fratello Filippo. Nel 1857 è nominato bibliotecario l'abate Andrea Capparozzo; sotto la sua direzione, nel 1863, viene acquisito il primo nucleo archivistico, gli atti delle corporazioni religiose e laicali soppresse nel periodo napoleonico. A questo nucleo ne seguono presto altri. Nel 1881 viene trasferito nella sede di Contra' del Monte l'archivio storico del comune di Vicenza, detto anche Archivio Torre dal luogo dove fu conservato per secoli, le cui scritture datano dall'XI alla fine del XVIII secolo. A questo complesso si aggiungono in fasi successive gli atti della municipalità provvisoria (settembre 1796-ottobre 1797), gli atti del governo centrale vicentino-bassanese, gli atti del Dipartimento del Bacchiglione, gli atti e le scritture prodotte dal 1813 al 1893, provvisti di protocollo e indice dei protocolli. Nel 1883 dalla Regia Prefettura viene dato in deposito l'archivio dell'estimo antico. Il notevole aumento del patrimonio ha innescato un dibattito sulla collocazione della Bertoliana. La scelta più opportuna è di collocare la biblioteca nello stabile del Convento di San Giacomo in contra' Riale, liberato dai padri Somaschi. Nel 1908 iniziano i lavori di ristrutturazione. Il 23 gennaio 1910 viene inaugurata la nuova sede: il patrimonio ammonta a 240.000 volumi, 100.000 opuscoli, 20.000 buste d'archivio. Continuano in questi anni ad affluire in biblioteca le carte di vari enti. Nel 1927 pervengono gli archivi delle antiche magistrature giudiziarie. Nel 1931 l'ospedale civile di Vicenza consegna gli atti degli antichi ospedali (Sant'Antonio Abate, Sant'Ambrogio e Bellino, San Bovo, San Lazzaro e la Pia Opera di Carità) i quali nel 1773, unitisi insieme, costituirono l'Ospedal Grande nel Convento dei Lateranensi a San Bortolo. A questi si aggiungono per disposizione testamentaria, per donazione o per deposito alcuni archivi di nobili famiglie vicentine. Il primo ad arrivare, nel 1878, è quello della famiglia Bruto Revese; alla fine dell'Ottocento viene depositato un piccolo nucleo dell'archivio della famiglia Valmarana del Giardino; nel 1919 vengono consegnate al bibliotecario Domenico Bortolan 261 «pacchi» dell'archivio dei Trissino dal Vello d'Oro; tra il 1924 e il 1933 Lelio Bonin Longare affida in deposito permanente l'archivio e la biblioteca della famiglia Nievo; tra il 1985 e il 2010 Antonio e Giuseppe Roi, eredi di Antonio Fogazzaro, donano l'archivio Roi Fogazzaro Valmarana. Oggi gli archivi nobiliari presenti in Bertoliana sono 37.
Nel 1942, in adempimento della legge 22 dicembre 1939 n. 2006, viene istituito anche a Vicenza l'Archivio di Stato, al quale sono ceduti gli archivi delle corporazioni religiose e laicali, l'archivio dell'estimo antico e gli archivi delle antiche magistrature giudiziarie. Rimangono alla Bertoliana l'archivio storico del Comune di Vicenza, gli archivi degli antichi ospedali e gli archivi delle nobili famiglie vicentine.
Tra fine Ottocento e inizi Novecento la biblioteca inizia a raccogliere i depositi di carte personali di illustri vicentini: Giacomo Zanella, Antonio Fogazzaro, Fedele Lampertico, Vittorio Barichella, Domenico Bortolan. Attualmente i fondi personali ammontano a 48 archivi. In anni più recenti sono stati depositati gli archivi personali degli scrittori vicentini del Novecento (Antonio Barolini, Guido Piovene, Gian Dauli, Gigi Ghirotti, Giulio e Mariangela Cisco, Laura Lattes, Virgilio Scapin e altri). Con l'intento di conservare e documentare la storia dei partiti politici vicentini attivi dal secondo dopoguerra, nel 2000 ha preso avvio il progetto Archivi politici vicentini: attualmente il materiale raccolto raggiunge i 270 ml. La biblioteca conta infine 13 archivi fotografici e un archivio editoriale: quello della casa editrice Neri Pozza, pervenuto nel 2002.
La Bertoliana è oggi Istituzione del Comune di Vicenza: ha 3 sedi in centro storico e 7 biblioteche di pubblica lettura site in ognuno dei 7 quartieri della città. Il patrimonio complessivo dell'Istituzione ammonta a 3.556 codici manoscritti, oltre 100.000 lettere e carteggi, circa 100.000 immagini fotografiche, 2.500 metri lineari di carte d'archivio, 850 incunaboli e da più di 450.000 documenti fra antichi e moderni. I fondi storici, rappresentati da circa 200.000 volumi, sono prevalentemente di carattere umanistico.
La Bertoliana fa parte della Rete delle Biblioteche vicentine (RBV) e gestisce per conto della Regione Veneto l'Ufficio coordinamento del Polo SBN VIA (http://opac.regione.veneto.it/SebinaOpac/Opac), che si prefigge la costituzione di un catalogo regionale delle risorse documentarie presenti nelle biblioteche pubbliche del Veneto e che confluisce in quello del Servizio bibliotecario Nazionale (SBN).
L'Istituzione Bertoliana è stata inoltre designata dalla Regione Veneto come biblioteca destinataria del deposito obbligatorio degli stampati, ruolo questo che ha svolto fin da dopoguerra.

Archivio storico Biblioteca civica Bertoliana

1706 - 1954 unità archivistiche 473