Archivio della famiglia Trissino Baston - Porto Barbaran
Sino ad anni recenti gli archivi delle famiglie Porto, Porto Barbaran, Trissino e Milan Massari erano concepiti come fondi autonomi e come tali gestiti e conservati separatamente. I risultati di un primo censimento condotto nel biennio 2008-2009 e il presente intervento di ordinamento hanno consentito, dapprima, di riconoscere le strutture dei singoli fondi e, successivamente, di evidenziare le relazioni esistenti tra dette famiglie e le rispettive carte.
E' così emerso che il cosiddetto 'archivio Porto' corrispondeva, in realtà, al nucleo documentario prodotto dal ramo E della famiglia Porto poi unitosi per via matrimoniale alla famiglia Barbaran. Nel 1634, infatti, Luigi Porto si sposò con Attilia Irene Barbaran, figlia di Giulio, sua unica erede: il patrimonio familiare, in particolare i beni soggetti a fedecommesso, furono assegnati alla donna che li portò nella famiglia del marito, a condizione che egli aggiungesse al cognome Porto anche quello dei Barbaran. Venne così delineandosi la linea dei Porto Barbaran. Gli antichi archivi delle due famiglie non costituiscono pertanto nuclei autonomi di scritture. Esse, poste le une accanto alle altre, furono da subito conservate insieme e utilizzate indistintamente per soddisfare contingenti esigenze di amministrazione patrimoniale. A ulteriore conferma del legame esistente tra la documentazione, va rilevata l'analoga modalità di organizzazione della serie di istrumenti già Porto con quella dei processi Porto Barbaran, nel cui fondo mancava oltretutto un'analoga, organica serie di istrumenti.
Il fondo già noto come 'archivio Trissino' si è scoperto, invece, comprendere due distinti complessi documentari privi di relazioni tra loro, quello riconducibile al ramo dal Vello d'Oro e quello prodotto dal ramo Baston.
Soltanto i nuclei documentari riconducibili alle famiglie Porto Barbaran e Milan Massari sono risultati correttamente attribuiti al relativo soggetto produttore.
L'archivio Trissino Baston, in cui era confluito per via ereditaria alla fine del Settecento un nucleo di scritture prodotte dai Trissino di contra' Riale, pervenne ai Porto Barbaran nel 1851, successivamente alla morte dell'ultimo discendente, Alessandro Trissino. Costui aveva designato erede di tutta la sostanza della sua famiglia il nipote Antonio Porto Barbaran.
Con analoghe modalità, nel 1900 i Porto Barbaran acquisirono anche la facoltà dei Milan Massari e il relativo archivio secondo la volontà di Luigi Milan Massari, ultimo erede della sua casata deceduto nel 1884, ma i cui beni erano stati amministrati dalla vedova Elena Tiepolo sino alla sua scomparsa, avvenuta appunto nel 1900.
L'imponente mole di scritture accumulata fu conservata, sino alla consegna alla Bertoliana, nel palazzo dei Porto Barbaran di Vicenza, ubicato in contrà Porti, unitamente all'archivio proprio dei Porto Barbaran, costituito da istrumenti, processi, registri e conti di amministrazione, cui erano venute aggiungendosi anche carte provenienti dal ramo M dei Porto, in seguito alla morte senza eredi diretti di Bernardino Porto. Nel 1868 vi fu trasferito anche l'archivio Trissino Baston, precedentemente conservato nel palazzo di corso Andrea Palladio. L'acquisizione dell'ingente patrimonio, anche documentale, comportò per i Porto Barbaran la necessità di adottare nuove modalità di organizzazione della propria memoria documentaria: le scritture ancora utili alla gestione dei beni Porto Barbaran furono riunite in un'unica serie denominata "Famiglia Porto"; furono inoltre costituite serie relative ai diritti pendenti dall'eredità Trissino, suddivise in investiture feudali, testamenti, inventari, ventilazioni d'eredità, decime, acquisti vendite e permute ecc. La documentazione fu in genere organizzata in fascicoli, al cui interno furono poste sia le scritture relative agli ultimi anni di amministrazione diretta dei Trissino, sia quelle prodotte dai Porto Barbaran, in una successione del tutto lineare e continua. Risultano secondo tali modalità organizzate le serie: «Investiture feudali», «Testamenti, inventari, ventilazioni eredità», «Decime», «Acquisti, vendite, pemute», «Affittanze diverse», «Livelli e iscrizioni ipotecarie», «Atti giudiziari», «Processi Trissino Baston e Porto Barbaran», «Amministrazione della rettoria di Valdagno e delle possessioni in Brotton», «Capitali attivi e Passivi», «Prebende e cappellanie», «Avvisi prediale», «Fieno pascoli», «Livelli attivi, assicurazioni, decime e imposte», «Miscellanea di scritture di amministrazione».
Agli inizi del Novecento fu commissionata ad un ordinatore rimasto anonimo la riorganizzazione delle serie dei processi di entrambe le famiglie, assecondando l'esigenza di poter disporre della documentazione in modo rapido ed efficace. Il catasticatore provvide a ripristinare l'originaria disposizione in mazzi delle carte, senza provvedere a reinserire nella sequenza dei fascicoli quelle scritture che nel corso del tempo erano state estrapolate e conservate unitamente alle pratiche di più recente produzione. Per distinguere le due serie di processi furono adottati cartoncini identificativi di colore diverso: azzurro per le carte Trissino Baston, beige per quelle Porto Barbaran. Venne inoltre sedimentandosi una serie di processi "misti", relativi cioè a vertenze Trissino in cui subentrarono o agirono quale parte in causa i Porto Barbaran.
La documentazione Milan Massari fu invece trasferita nel palazzo Porto Barbaran dopo il 1900. Poichè essa risultava già ben organizzata e disposta in scatole con etichette identificative ed esplicative del contenuto, non venne ulteriormente manipolata. Le scritture più recenti furono dalla famiglia acquisite e utilizzate quale "precedente" nella gestione corrente del patrimonio e delle rendite.
Accanto a questi nuclei documentari ben identificati, nel complesso archivistico pervennero anche alcune scritture relative all'eredità di Claudia Vecchia, moglie di Luigi Porto Barbaran, e di Cecilia Porto Barbaran, moglie di Giulio Scroffa.
Il complesso archivistico costituito dalle scritture prodotte dalla famiglia Porto Barbaran, unitamente a quelle delle famiglie Trissino Baston e Milan Massari che in esso confluirono, fu depositato in Bertoliana nel 1932 dai fratelli Alessandro e Luigi Porto Barbaran.
3 registri, 6 volumi, 101 buste, 853 mazzi di fascicoli processuali e registri, 7 fascicoli, 2 vacchette, 14 filze, 1 quaderno.