Epistolario Maurizio Mengozzi
L'epistolario di Maurizio Mengozzi, raccolto in un unico volume, era parte integrante della libreria privata del marchese Lodovico Gonzati. La cospicua libreria del marchese confluì all'interno del patrimonio della Biblioteca Bertoliana a seguito della sua morte, avvenuta improvvisamente il 12 settembre 1876. La considerevole donazione Gonzati (più di 6.000 opere) era stata da egli già annunciata due anni prima, nel 1874. La provenienza dell'epistolario è desumibile grazie all'antica segnatura (E. 1.11) redatta a penna sulla controcoperta del volume, che se confrontata con l'inventario redatto nel 1878 da Andrea Capparozzo (A. Capparozzo, Manoscritti che si trovano nella libreria di M. Lodovico Gonzati da aggiungersi a quelli della Bertoliana, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, p. 2) ci dà la certezza effettiva che il carteggio facesse parte della libreria di Lodovico. La nota "Amanuense Gonzati Vincenzo", redatta sempre a penna sulla controcoperta del volume da Capparozzo, risulta essere fondamentale per comprendere come, in realtà, questo breve carteggio fosse prima di proprietà del padre di Lodovico, Vincenzo, e solo successivamente cedutogli. All'interno del volume non vi sono conservate le missive originali di Mengozzi, bensì una copia trascritta da Vincenzo Gonzati tratta da ulteriore copia di mano della contessa Ottavia Negri di Velo di cui, ad oggi, non si possiede reale riscontro all'interno delle collezioni della Biblioteca Bertoliana. Lo stesso Vincenzo Gonzati precisa, nell'annotazione a c. 3v., di aver mantenuto la stessa grafia presente nelle missive originali (con ogni probabilità si riferisce alla copia trascritta dalla contessa Negri). Le 30 lettere, redatte consecutivamente, sono tra loro differenziate grazie alla presenza del numero romano posto come incipit ad ognuna di esse. Si sottolinea come, in realtà, la numerazione delle stesse riparta dall'uno dopo la XXII lettera, proseguendo quindi sino VIII.