Epistolario Bartolomeo Bongiovanni
L'Epistolario risulta essere stato collocato originariamente nella camera G della prima sede della Biblioteca Bertoliana al palazzo del Monte di Pietà. Sulla camicia del primo fascicolo, infatti, è riportata a matita l'antica segnatura G.4.1.6. L'inventario di Capparozzo riporta la presenza di questo carteggio (cfr. Carteggio collocato nella Camera G, pp. 80-93). L'Epistolario venne censito negli anni '80 dalla dottoressa Adele Scarpari (cfr. Elenco cartaceo conservato nello schedario della Sala Manoscritti). Le annotazioni di Capparozzo apposte sulle camicie dei fascicoli dichiarano che le lettere furono donate alla Biblioteca Bertoliana da Bongiovanni stesso. Nell'Epistolario di Capparozzo, alla busta 18 fascicolo 74, sono state individuate alcune lettere del 1862 con cui Bongiovanni dichiara la volontà di donare il suo epistolario. Vengono presentate precise disposizioni in merito: le lettere saranno collocate entro una cassa da aprirsi solo dopo la sua morte. Nel luglio dello stesso anno la cassa risulta essere stata spedita. Si compone di 1635 lettere, che abbracciano un arco cronologico che va dal 1808 al 1862, inserite in fascicoli ordinati alfabeticamente secondo i mittenti, a loro volta contenuti in 4 buste. La maggior parte delle missive sono indirizzate a Bartolomeo Bongiovanni, e risultano da lui annotate con appunti che ne identificano sommariamente i mittenti, talvolta con l'aggiunta della data e del contenuto della risposta. Sono presenti anche alcune lettere indirizzate a Pietro Nobile, molte delle quali strappate, forse recuperate da Bongiovanni nel periodo in cui era suo ospite a Vienna. Il fascicolo 31 contiene passaporti e lasciapassare di Bongiovanni. In tutto l'Epistolario è presente una numerazione a matita di ogni missiva, alla quale talvolta vengono ad aggiungersi una numerazione delle lettere all'interno del fascicolo e la data. Ogni fascicolo è contenuto in una camicia dove Andrea Capparozzo ha annotato i mittenti, il numero delle lettere e una numerazione dei fascicoli a penna rosa. Si può dedurre che originariamente le lettere fossero ripartite in sole 3 buste, diversamente dalla suddivisione attuale in 4. Mancano i fascicoli numerati 3, 6, 44, 73 dell'originaria prima busta e 2, 25 della seconda busta. Il fascicolo 44 è stato però rinvenuto in LE. 28 quindi è probabile che anche gli altri siano stati spostati in altri fondi archivistici. A matita blu è appuntata un'altra numerazione e la relativa divisione in buste da parte di Domenico Bortolan che tendenzialmente rispecchia quella attuale. Durante l'Inventario degli anni '80 alcune lettere furono smembrate dai fascicoli originali e collocate in fascicoli aggiuntivi, fatto desumibile dal condizionamento in camicie di carta più recente e con titolazione a stampa e da alcuni sfasamenti nella numerazione di Bortolan. Il contenuto delle lettere è principalmente legato all'attività artistica di Bongiovanni ed evidenzia la gran quantità di contatti da lui intessuti con artisti (pittori, scultori, incisori, orefici e architetti legati alla corrente del Neoclassicismo allora in auge, tra i quali alcuni di grande rilievo come Antonio Canova, Francesco Hayez ma anche semplici amatori o ammiratori) ma anche con committenti, letterati e politici. Un certo numero di lettere sono scritte in lingua tedesca, essendo egli vissuto per molto tempo a Vienna.
4 buste