Soggetto produttore

Testa, Francesco

1761 lug. 16 - 1846 set. 29

Il poeta e bibliofilo Francesco Testa nacque a Vicenza il 16 luglio 1761 da Giovanni, al tempo uno dei più distinti avvocati di Venezia, ed Elisabetta Bisogno (L. Ferrari, Onomasticon. Repertorio biobibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850, Editore Ulrico Hoepli, Milano, 1947, p. 655). Il padre era noto per aver firmato il 4 agosto 1777 l'atto di fondazione del Teatro Eretenio a Vicenza. Alla sua morte di Giovanni nel 1782 gli subentrò Francesco nella gestione famigliare e patrimoniale, accogliendo nell'ereditata casa paterna, ubicata al civico n. 939 in contrada di Santa Corona, la madre Elisabetta ed il fratello Tommaso, assieme alla cognata Maria Calvi e i nipoti Giovanni ed Elisabetta (G. Da Schio, Persone memorabili in Vicenza, BcB, ms. 3398, cc. 38r e 39r). Ricevuta l'educazione superiore presso il Seminario di Padova, in cui si dedicò, principalmente, all'apprendimento della letteratura e della filosofia, egli proseguì gli studi universitari, conseguendo la laurea in legge (P. Marasca, Biografie degli uomini celebri vicentini, [Vicenza, 1865], BcB, ms. 3294, p. 351). Ritornato a Vicenza, il giovane avvocato ottenne incarichi politici ed amministrativi di rilievo, quali l'elezione alla segreteria e all'assessorato alla Municipalità nel 1797 e la promozione a Giudice di pace durante il Governo Italico; inoltre, fra il 1810 e il 1816 fece parte del Consiglio di prefettura della città relativo al Dipartimento del Bacchiglione e il 24 aprile 1816 venne nominato assessore della Congregazione municipale (S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, Venezia, 1905-1908, vol. III, pp. 177 e 178). Il 10 luglio 1790 era già stato insignito della nomina a socio onorario dell'Accademia Olimpica (A. Ranzolin, L'archivio storico dell'Accademia Olimpica, Vicenza, Tipografia Commerciale, 1989, p. 126). Ben presto, però, spinto dall'inclinazione per lo studio della letteratura italiana e latina, Francesco si dedicò alla composizione in prosa e in versi, principalmente satirica, in vernacolo e in stile fidenziano (R. Cevese, L'interesse alle arti di studiosi vicentini dell'Ottocento e del primo Novecento. Bibliografia d'arte vicentina, Vicenza, BcB, 2005, p. 62; P. Marasca, Biografie…, ms. 3294, p. 352), seguendo le orme dell'antesignano Camillo Scroffa nell'attribuzione di pseudonimi anagrammatici e non: Casto Frescante, Casto Frescante Ticinvèno, Cresfonte Tasca, Crestofante Tasca, Fra Stacco Sente, Franco Stetesca, Francisco Serhott e Giovanni Brogliati (G. Da Schio, Persone…, ms. 3398, cc. 42r, 44r e 49r). L'illustre concittadino Giovanni Da Schio definì le composizioni poetiche del Testa «tra le fidenziane più leggiadre e più colte» (S. Rumor, Gli scrittori…, vol. III, p. 178). Francesco si applicò altresì alla traduzione in latino di molti componimenti volgari, pubblicando apprezzate trasposizioni di canti danteschi, come Terze rime della Divina Commedia di Dante Alighieri omesse nella traduzione latina di Carlo D'Aquino ed ora voltate esse pure in esametri siccome i due episodii della Francesca di Rimini e del conte Ugolino (F. Testa, in Per le cospicue nozze del nobile uomo Domenico Melilupi marchese di Soragna colla nobile donzella Giustina Piovene contessa Porto Godi Pigafetta, Padova, Minerva, 1835, pp. 5-47), Traduzione dei canti X. e XXV. della prima parte della Divina Commedia (F. Testa, in Per le nobilissime nozze del conte Alessandro Piovene Porto Godi Pigafetta colla contessa Lavinia Franceschinis, Padova, Minerva, 1836, pp. 5-29) e Traduzione di alcune terzine dei canti XI. e XXXIII. del Paradiso di Dante (F. Testa, in Per le nobilissime nozze del conte Patrizio Magawly colla contessa Lugrezia Piovene, Padova, Tip. Cartallier e Sicca, 1838, pp. 9-27). Egli non fu solamente un poligrafo, ma anche un appassionato bibliofilo ed esperto di storia ed arte locale (P. Marasca, Biografie…, ms. 3294, p. 353), come dimostrano, rispettivamente, le numerose raccolte di materiale librario e documentario provenienti, soprattutto, da biblioteche private, conventi soppressi ed archivi parrocchiali e civici e destinate, in particolare, agli amici Leonardo Trissino e Vincenzo Gonzati (R. Cevese, L'interesse…, p. 62), molte delle quali sono ora confluite all'interno delle collezioni della Biblioteca civica Bertoliana, e la selezione di lapidi ed antichi monumenti dispersi, memori delle glorie cittadine, una cui parte fece ricollocare a proprie spese sulla parete esterna meridionale della Chiesa di Santa Corona (G. Da Schio, Persone…, ms. 3398, cc. 47r e 48r). Infine, assistito dalla cognata Maria Calvi, Francesco morì in casa ad ottantacinque anni per apoplessia il 29 settembre 1846 (Ivi, ms. 3398, c. 50r; L. Ferrari, Onomasticon., p. 655; P. Marasca, Biografie…, ms. 3294, p. 353; Gonzati, Catalogo degli scrittori vicentini compilato da V[incenz]o G[onzat]i. T. V. Z., Vicenza, BcB, ms. 1852, cc. 14r-18v); i funerali furono celebrati il 26 ottobre (F. Testa, Reverendo sacerdoti d[on] Antonio Georgio primum sacra facienti epigramma, Vicetiae, Typ. Paroni-Tramontini, [1846], c. 1r). Per decreto della città, la salma venne deposta nella cappella destinata ai cittadini illustri e benemeriti presso il Cimitero Monumentale, ora Maggiore, di Vicenza (S. Rumor, Gli scrittori…, vol. III, p. 178).


Donatore alla Biblioteca Bertoliana.

Epistolario Francesco Testa

1747 giu. 05 - 1855 gen. 30 unità archivistiche 169