Soggetto produttore

Porto Godi Pigafetta

Le origini della nobile casata Porto Godi Pigafetta, estintasi nell'arco di un ottantennio appena, sono strettamente legate alle vicende familiari ed ereditarie che seguono la morte del conte Massimiliano Godi, ultimo legittimo rappresentante dell'illustre famiglia Godi di Vicenza (cfr. scheda soggetto produttore "Godi"). Massimiliano, nel suo testamento datato 14 luglio 1720 (archivio "Godi", serie "Istrumenti", Mazzo CLXII, n. 14874), nomina sue eredi universali la contessa Elisabetta (figlia del quondam conte Marzio suo fratello, moglie del conte Antonio Garzadore), la contessa Elisabetta (figlia del quondam conte Orazio suo nipote, moglie del conte Girolamo Nievo) ed infine la contessa Violante (figlia del quondam conte Orazio suo nipote, moglie del conte Alfonso Porto di Manfredo). Tra le numerose disposizioni testamentarie il conte prevede che, nel caso si esaurissero tutti i discendenti maschi di dette contesse, si sostituiscano sempre all'ultimo maschio discendente la prima figlia femmina o la seconda o ulteriore "usque in infinitum"; nel caso in cui si estinguesse la discendenza così designata, ordina che subentrino gli eredi legittimi della contessa Atalanta Piovene, sua sorella, nella medesima successione.
Prescrive che la sua eredità e i suoi beni si conservino per sempre interi, liberi da vincoli e non patiscano alcuno spoglio.
Comanda inoltre che ogni suo erede e sostituto nell'eredità debba unire il cognome Godi al proprio, pena la decadenza dal titolo di successore. Per inciso, va sottolineato che i rappresentanti della famiglia Godi avevano già da tempo unito al loro il cognome Pigafetta, e questo per effetto dell'investitura (archivio "Godi", serie "Istrumenti", Mazzo XCII, n. 4425) concessa il 12 febbraio 1587 dal vescovo di Vicenza a Marcantonio Godi - nipote di Cristoforo Godi, capostipite del ramo cosiddetto dei "Godoni", cfr. il Tomasini - di un feudo in Brendola, già appartenuto ad Antonio Pigafetta di Camillo, morto senza eredi nel 1537, di cui il Marcantonio aveva sposato nello stesso anno, in prime nozze, la vedova Angela Revese.
Il primo a fregiarsi del cognome Porto Godi Pigafetta è Alfonso Porto (+ 1748), appartenente al cosiddetto ramo "G" della famiglia Porto, discendente di Leonardo (+ 1483) di Simone (cfr. Manfredi Porto Barbaran), che nel 1720 sposa la già citata Violante Godi Pigafetta, una delle eredi universali di Massimiliano Godi.
La legittima discendenza maschile della famiglia Porto Godi Pigafetta si esaurisce con la morte del conte Girolamo (+ dicembre 1800), figlio di Polissena Scroffa e di Massimiliano Porto Godi Pigafetta, e nipote dei suddetti Alfonso e Violante. Con la morte di Paolina Porto Godi Pigafetta, una delle sorelle di Girolamo, moglie di Giovanni Paolo Bissari, si estingue anche la linea legittima di discendenza designata nel proprio testamento dal conte Massimiliano Godi; Paolina quindi, obbedendo alle già citate disposizioni del conte, con testamento del 20 marzo 1825 istituisce propri eredi universali i conti Francesco, Antonio, Tommaso ed Orazio fratelli Piovene, discendenti legittimi di Atalanta Piovene, sorella di Massimiliano Godi (per le vicende familiari ed ereditarie che seguono queste disposizioni testamentarie, cfr. scheda soggetto produttore "Piovene Porto Godi Pigafetta").

Archivio della famiglia Porto Godi Pigafetta

1082/10/08 - 1878 unità archivistiche 102