Soggetto produttore

Gonzati, Vincenzo

1774 mar. 25 - 1849 ott. 08

Vincenzo Gonzati, «il più diligente raccoglitore dei vicentini scrittori, e delle patrie memorie che sia mai stato in Vicenza» (Magrini 1849, p. 3), nacque nella parrocchia di Santo Stefano il 25 marzo 1774, dal marchese Giovanni Maria e da Felicita Lanzi. Compiuti i primi studi in città, si trasferì nel novembre 1790 a Padova, ove ottenne i certificati regolari per conseguire la laurea nelle leggi, mai raggiunta a causa di uno scarso interesse verso gli studi e l'esercizio di una carriera pertinente all'ambito giuridico. Sposò, il 18 aprile 1803, la contessa Cassandra Arnaldi, figlia di Bernardo, che recò con sé una dote di seimila ducati; da lei ebbe sette figli: Augusto (1804-1872), Giovanni Maria (1805-1857), Bernardo (1808-1852), Guido (1810-1878), Lodovico (1813-1876), Carlo Emilio (morto bambino) e Maria Teresa, detta Teresina (n. 1818). Dedicò l'intera sua esistenza alla cura della famiglia e all'incessante raccolta di materiale, sia a stampa che manoscritto, riguardante gli scritti di personaggi illustri vicentini e di studi incentrati sulla città di Vicenza. La sua "libraria", ampliata in seguito dal figlio Lodovico, contava oltre 6.000 opere, risultando meta ambita di studiosi e conoscitori sia italiani che stranieri, che in essa vi potevano trovare una vera e propria biblioteca fornita di qualsivoglia materiale d'ambito vicentino. Tra questi primeggiarono Jacopo Milan Massari, Giovanni Da Schio, Giuseppe Todeschini e Antonio Magrini. Per volere di Lodovico, alla sua morte, avvenuta improvvisamente il 12 settembre 1876, l'intera raccolta (che raggiunse circa 3.000 volumi, 7.000 opuscoli, 496 manoscritti e 644 tomi) confluì nelle collezioni della Biblioteca Bertoliana costituendo il Fondo Gonzati. Secondo le disposizioni testamentarie, esso non poteva né doveva essere smembrato o disperso: in questo modo si permise la salvaguardia del nucleo originario, ancora oggi fondamentale per la conoscenza delle fonti più antiche legate alla storia del territorio vicentino. Nonostante la grande passione di Vincenzo per gli studi letterari, in particolar modo d'ambito storico-artistico, egli non diede mai nulla alle stampe; tuttavia trascrisse di sua mano numerose opere manoscritte presenti in altre collezioni, compilò alberi genealogici e riportò blasoni e antiche iscrizioni ricavate da vari monumenti vicentini. Infine, preparò ricerche personali o per studiosi, e compose un Dizionario degli Scrittori Vicentini, opera distinta in progressione alfabetica in sei volumi che riporta notizie tratte dalla lettura di testi antichi, molti dei quali un tempo presenti in raccolte private cittadine. Alla Bertoliana, assieme alle opere della sua Biblioteca, si conserva infine il suo ricco epistolario (Fondo Epistolari, bb. E. 55, 56), per lo più di carattere famigliare, importante testimonianza dei suoi interessi, legami e fatti legati al contesto storico-culturale della sua epoca. Rilevante, a questo proposito, la corrispondenza intessuta durante il periodo che vide la nascita dei primi moti risorgimentali. Ricordato dai contemporanei (Magrini, Marasca, Baseggio, solo per citarne alcuni) per virtù d'animo e indole vivace, seppur modesta, ottenne svariati onori e omaggi di estimazione come, per esempio, la nomina a Socio Corrispondente dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Belle Arti di Bassano e dell'Accademia Olimpica di Vicenza. Ammalatosi, secondo le fonti, di una forma di meningite che lo portò lentamente alla morte, non nascose durante la malattia il dispiacere di abbandonare gli amati suoi libri, in cui aveva riposto orgogli e piaceri. «Ebbe alcuni amici anche autorevoli, che gli suggerirono all'orecchio di farne un dono alla patria, a cui amore e gloria li avea radunati, e illustrati; ma non gli fu bastante l'animo di togliere ai figli il merito di continuare l'incremento: portandone l'affetto quasi oltre al sepolcro, intese di assicurarne la unione, legandone l'uso ai tre figli Augusto, Giovanni, e Lodovico». Morì il giorno 8 ottobre 1849: la sua salma fu deposta «nella tomba, che Vicenza ha riserbato agli uomini illustri nelle scienze, lettere e arti» (cit. in: Magrini 1849, pp.16, 14).


Donatore alla Biblioteca civica Bertoliana. Bibliografia di riferimento: V. Gonzati, Notizie storiche intorno alla famiglia Gonzati, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3231; A. Magrini, Cenni necrologici del marchese Vincenzo Gonzati, Bassano 1849; B. Morsolin, Lodovico Gonzati, Venezia 1876; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, vol. II, Venezia 1907, p. 69, 70; A. M. Dalla Pozza, Nostro Risorgimento. Lettere dal carteggio dei marchesi Gonzati su Vicenza nel Quarantotto. Con una premessa sul carattere unitario dell'insurrezione, Firenze 1941

Gonzati, Lodovico

1813 feb. 24 - 1876 set. 12

Lodovico Gonzati, figlio di Vincenzo e di Cassandra Arnaldi, nacque a Vicenza, nella parrocchia di Santo Stafano, il 24 febbraio 1814. «Nel 1831 vestì l'abito chiericale, il 25 marzo 1837 fu ordinato sacerdote da mons. Cappellari vescovo di Vicenza, ed il 3 Aprile celebrò la prima messa in chiesa di S.to Stefano assistito al sacro altare dai due fratelli suoi Don Giovanni, e P. Bernardo Min. Conventuale. Nel 1843 fu eletto Rettore della pia casa detta del Soccorsetto in S. Domenico, dov'ebbe il merito di scoprire un grandioso affresco nel Refettorio di quell'Ospizio», attribuito agli ultimi decenni del XV sec. «In memoria di tale scoperta e dell'applaudita ristaurazione fatta da lui medesimo, dilettandosi di pittura, fu collocata ivi una lapide [...] composta dal ch. ab. Pietro Marasca» (V. Gonzati, Notizie storiche intorno alla famiglia Gonzati, BcB, ms. 3231, pp. 62, 63). Divenuto nel 1853 Arcidiacono della Cattedrale di Vicenza, si occupò con costanza e determinazione all'adempimento dei suoi doveri, favorendo le ricerche volte al recupero delle fonti e degli studi riguardanti le opere d'arte della chiesa - compresi i paramenti liturgici - al tempo mal note, ignorate o sconosciute. Proseguì inoltre alcuni lavori di restauro rimasti incompleti per la morte prematura del fratello Giovanni Maria, già canonico della medesima istituzione. Ai prioritari compiti seppe tuttavia rubare il tempo necessario a impartire l'istruzione religiosa delle alunne del Collegio delle Dame Inglesi e a presenziare ai principali tribunali ecclesiastici. Non mancò di dedicarsi alla calligrafia e alla miniatura, nonchè ai diletti studi patri, integrando la pregevole "libraria" paterna, raccolta con tanti sacrifici e spese, già ricca di manoscritti e testi a stampa di carattere vicentino, al tempo punto d'incontro per studiosi e illustri personaggi quali i conti Giovanni Da Schio, Leonardo e Alessandro Trissino, il bibliofilo Francesco Testa, Antonio Magrini e Giuseppe Todeschini. Già Presidente della "Deputazione alla Biblioteca Bertoliana" dal 1873, Lodovico decise di donare alla stessa l'intera sua collezione a partire dall'anno successivo; confluita dopo la sua morte, avvenuta il 12 settembre 1876, essa risultò l'incremento maggiore di materiale fino ad allora pervenuto, per la cui conservazione fu necessario acquistare nuovi ambienti attigui all'originaria sede del Monte di Pietà. Nominato cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Socio Corrispondente dell'Accademia Artistica Raffaello di Urbino, Accademico dell'Accademia Etrusca in Cortona e Socio Effettivo della Deputazione Veneta sopra agli studi di Storia Patria, Lodovico Gonzati non ebbe forse chi lo pareggiasse nell'indagare questioni legate ai monumenti e alla storia della città di Vicenza. Dotato di modi gentili ed eleganti, sapeva scemare gli improvvisi impulsi senza lasciar traccia di risentimento; «tratto al bene per inclinazione naturale, non ambì mai nè ricompense, nè onori» (Morsolin 1876, p. 6). Alla morte, improvvisa, egli ebbe esequie solenni ed elogi funebri nella Cattedrale, ricevendo degna sepoltura nella tomba degli uomini benemeriti della patria. Oltre ai manoscritti e ai testi appartenenti al nucleo originario della sua Biblioteca, si conserva in Bertoliana anche parte del suo epistolario, che testimonia gli intensi rapporti intessuti non solo con le personalità legate all'ambito familiare (i genitori, i cinque fratelli e vari cugini), ma anche con eruditi e studiosi italiani, tra i quali Giuseppe Riva (donatore del noto codice dantesco alla Bertoliana, restaurato per cura di Lodovico), Fedele Lampertico, Paolo Lioy e Jacopo Cabianca (Bcb, Fondo Epistolari, bb. E. 55, 56).


Donatore alla Biblioteca civica Bertoliana. Bibliografia di riferimento: V. Gonzati, Notizie storiche intorno alla famiglia Gonzati, BcB, ms. 3231, pp. 62, 63; B. Morsolin, Lodovico Gonzati, Vicenza 1876 B. Morsolin, Parole dette dinanzi la bara di monsignor Lodovico Gonzati canonico arcidiacono della Cattedrale di Vicenza il di 14 settembre 1876, Vicenza 1876; A. Dalla Pozza, Nostro Risorgimento. Lettere dal carteggio dei marchesi Gonzati su Vicenza nel Quarantotto. Con una premessa sul carattere unitario dell'insurrezione, Firenze 1941

Epistolario Vincenzo e Lodovico Gonzati

1811 mar. 08 - 1876 gen. 23 unità archivistiche 24