Soggetto produttore

Calderari, Ottone Maria

1730 set. 08 - 1803 ott. 26

Ottone Maria Calderari, di nobile ma non ricca famiglia, nacque a Vicenza l'8 settembre 1730 da Casimiro e da Vittoria Serenelli. Dedicatosi all'architettura soltanto all'età di venticinque anni, periodo a cui risale la sua presenza alla scuola d'architettura vicentina fondata da Domenico Cerato, seguì a partire dal 1759 l'insegnamento del maestro Ottavio Bertotti Scamozzi, già allievo del Cerato, figura che risultò fondamentale per la sua formazione artistica, basata sullo studio e la ripresa delle opere classiche. Furono in particolar modo Vitruvio, Leon Battista Alberti e Andrea Palladio a ispirare l'opera architettonica di Calderari, volta al recupero della purezza ed eleganza del gusto palladiano, al tempo scardinato dalle influenze barocche del Sei-Settecento. Nella prima parte della sua attività compì brevi visite alle città limitrofe e un più lungo viaggio a Napoli, dove poté visitare le "anticaglie" di Pozzuoli, Baia, Portici ed Ercolano (1762). Tornato a Vicenza, rimase stabile nella sua casa situata in contrada San Pietro, conducendo una vita modesta e dedita allo studio, rifiutando non solo gli interessi familiari, affidati a uno dei fratelli, ma anche le numerose commissioni ricevute dall'estero. Mantenne tuttavia ben saldi i rapporti con i principali artisti del tempo (Giannantonio Selva, Luigi Cagnola, Francesco Lombardi, solo per citarne alcuni), ma anche con illustri letterati, medici e personalità di spicco dell'ambiente politico italiano, come Francesco Aglietti, Gregorio Filippo Maria Casali Bentivoglio Paleotti, Luigi Cocastelli e Carlo Innocenzo Frugoni. Oltre ai plausi e agli onori conseguiti a Vicenza, dove ottenne l'iscrizione all'Accademia Olimpica (1762), fu stimato anche nel territorio nazionale ed estero, ricevendo le lodi di Francesco Milizia. Fece inoltre parte delle più importanti accademie, tra le più celebri si ricordano quella delle Belle Arti di Parma (1758), degli Occulti di Roma e Clementina di Bologna (1762), ottenendo nel 1802 la nomina per acclamazione a membro dell'Istituto di Francia. Dopo la morte, avvenuta a Vicenza il 26 ottobre dell'anno seguente, Calderari venne equiparato alla figura di Palladio, «se non addirittura anteposto» (Barbieri 1973), e i suoi interventi nel territorio vicentino associati a quelli canoviani a Roma e del Quarenghi a Pietroburgo. Tra le opere realizzate a Vicenza si ricordano, per importanza e magnificenza, il palazzo Cordellina in via Riale (1776-1790), attuale sede della Biblioteca Bertoliana, il prospetto di Corso Palladio di palazzo Loschi Zileri dal Verme (1780-82), villa Bonin a Ponte Alto (1785) e, infine, la facciata della chiesa di San Filippo Neri in corso Palladio, realizzata postuma alla sua morte (1822-1824). Oltre agli edifici realizzati permangono inoltre gli studi autografi dell'architetto, suddivisi oggi tra le collezioni del Museo civico di Vicenza, dove è raccolta la maggior parte della documentazione, e quelle del Museo Correr di Venezia (Fondazione Wchowich Lazzari). Si conservano, infine, alla Biblioteca civica Bertoliana alcuni suoi manoscritti, lettere e materiali a lui indirizzati o pertinenti alla sua attività artistica (BcB, mss. 2725 e 470; Fondo epistolari, E. 16; E. 104-106, 109, 117; Fondo Archivio della Biblioteca civica Bertoliana, 1; Fondo Archivi di persona, C.B. 10), fondamentali testimonianze del suo pensiero e dei rapporti intessuti con le personalità che caratterizzarono l'ambiente culturale di fine Settecento.
Bibliografia di riferimento:
R. Cevese, L'architettura neoclassica vicentina e Ottone Calderari, «Bollettino del Centro Internazionale di Studi di Architettura "Andrea Palladio"», vol. V (1963), pp. 144-151
F. Barbieri, Calderari, Ottone Maria, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 16 (1973), pp. 588-591
I disegni di Ottone Calderari al Museo Civico di Vicenza, catalogo della mostra a cura di G. Beltramini, Vicenza, Musei Civici, Venezia 1999

Epistolario Ottone Calderari

1758 nov. 24 - 1804 mag. 08 unità archivistiche 10