Soggetto produttore

Barichella, Lorenzo

1780 ott. 02 - 1844 lug. 31

Lorenzo Barichella nacque a Vicenza il 2 ottobre 1780 da Bernardo e Anna Codega. Visse la fanciullezza dedicandosi con passione allo studio della storia e delle belle lettere, alle quali si proponeva di rivolgersi interamente. Rimasto orfano di entrambi i genitori all'età di vent'anni, dovette tuttavia abbandonare le desiderate aspirazioni per un mestiere stabile e redditizio, allora fondamentale per il sostentamento della famiglia. Divenne dunque amministratore della grande azienda del conte Ottavio Trento, che resse sino agli ultimi istanti della sua vita, nonché dei beni di Tommaso Bertolini. Nonostante per buona parte del giorno si dedicasse ad attività totalmente estranee agli studi letterari, Lorenzo non mancò di rivolgere a essi il tempo rimanente. Percorse in particolar modo il campo della poesia drammatica, dilettandosi, tra i primi anni venti e la metà degli anni trenta dell'Ottocento, alla scrittura di tragedie; di queste si ricordano le più note, ossia Maria Stuarda (1824), pubblicata in due edizioni, Giovanni Batista (1828), Temisto (1829), Luigi Da Porto (1832), Alberico da Romano (1834) e Caino (1836), edite dall'editore vicentino Piero Picutti. Seppure la sua produzione tragica annoveri dalla critica contemporanea soltanto alcuni rapidi cenni, in passato essa trovò largo consenso non solo dal celebre autore delle "Mie prigioni" Silvio Pellico, con il quale Lorenzo intrattenne un cospicuo scambio epistolare, ma anche da altri importanti personaggi quali, ad esempio, la poetessa Teresa Albarelli Vordoni e il poligrafo Troilo Malipiero. Ma, in particolare, grande fu il successo che ottenne nel territorio vicentino, dove le sue opere, rappresentate nei principali teatri cittadini (Teatro Berico, Teatro Eretenio), riscuoterono lodi e declamazioni dai più influenti eruditi del tempo. A questi ultimi Lorenzo non mancò di dedicare, in occasioni pubbliche o private, numerosi componimenti poetici, la maggior parte dei quali confluirono nelle raccolte del marchese Vincenzo Gonzati, che si occupò di riunirli in un unico volume miscellaneo oggi conservato alla Biblioteca civica Bertoliana. Sposò Maddalena Giovanna Maria Negretti, figlia di un impiegato dell'Intendenza di finanza, il 18 luglio 1825; da lei ebbe due figli: Vittorio (1830-1911), così chiamato in onore dell'Alfieri, poi architetto e vicebibliotecario della Bertoliana, e Anna Elisabetta, che sposò Giacomo Bortolan. Nella stessa Bertoliana sono custoditi il suo ricco epistolario (BcB, Fondo Epistolari, E.14) e le sue carte personali (Fondo Archivi di persona, C. Ba.13), donati nel 1912 e nel 1923 dalla vedova e dalla figlia di Vittorio, fondamentali testimonianze dei rapporti intessuti con la nobiltà cittadina, della sua produzione letteraria e delle memorie storiche e biografiche legate alla sua famiglia. Della sua indole e carattere rimangono alcune parole del medico e amico vicentino Sebastiano Schiavo (1809-1871), che così lo descrive nella breve biografia pubblicata nel 1844:
«[...] amico leale e sincero, coi poverelli benefico, non invidioso del merito altrui col quale anzi era liberale di lodi, si procacciò la confidenza dei giovani e l'amore de' suoi concittadini. Pieno la mente di generosi pensieri, sentì altamente la dignità dell'uomo, né mai piegò l'animo a basse adulazioni o vili piacenterie. Contento di mediocre fortuna non aspirò all'acquisto di beni maggiori, pago di quella felicità, che largamente godeva fra la quiete delle pareti domestiche e in mezzo alle dolcezze della più pura famigliare concordia». Morì a Vicenza il 31 luglio 1844.
Bibliografia di riferimento:
S. Schiavo, Lorenzo Barichella vicentino, in Memorie funebri antiche e recenti offerte per la stampa all'ab. Gaetano Sorgato, Padova 1857, p. 200
S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, vol. I, Venezia 1905, pp. 73-77.
Si veda il foglio sciolto riportante la necrologia di Lorenzo presente all'interno dell'esemplare della tragedia Caino conservato alla Bertoliana (collocato a fine testo): L. Barichella, Caino, Vicenza 1836.

Barichella, Vittorio

1830 ott. 30 - 1911 mar. 26

Vittorio Barichella nacque a Vicenza il 30 ottobre 1830 dal poeta e drammaturgo Lorenzo (1780-1844), che ne scelse il nome in onore di Vittorio Alfieri, e da Maddalena Giovanna Maria Negretti, figlia di un impiegato dell'Intendenza di finanza. Compì gli studi classici nell'allora ginnasio regio comunale di Vicenza (1841-1845), poi rinominato "Liceo Pigafetta", frequentando, in seguito alla morte del padre e fino al 1851, l'Imperiale Scuola elementare maggiore maschile, dove apprese i primi rudimenti del disegno geometrico. Il 3 gennaio 1848, all'età di diciotto anni, venne assunto alla Biblioteca Bertoliana per svolgere dapprima il ruolo di assistente bibliotecario, in seguito di assistente dispensatore e, dal 1857, di vice bibliotecario. Suo superiore fu Andrea Capparozzo, eletto nel medesimo anno, al quale Barichella tentò di succedere dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1884. Il 22 giugno di quell'anno, infatti, la Giunta Municipale bandì un concorso a cui egli partecipò presentando una relazione esplicativa dei compiti fino ad allora svolti per l'Istituzione. La richiesta non venne tuttavia accolta, e il suo ruolo di vice bibliotecario si protrasse fino al 1890. A questa prima attività Barichella affiancò quella di architetto divenendo, dal 1853 al 1861, assistente di Giovanni Miglioranza (1798-1861), con il quale condusse alcuni studi sull'antichità classica incentrati in particolare sui resti archeologici del Teatro romano di Vicenza, di cui divenne successivamente uno dei principali studiosi. Al maestro, che influenzò notevolmente la sua opera, Barichella dedicò una biografia, edita nel medesimo anno della morte, rimasta ancor oggi uno dei testi di riferimento per lo studio dell'architetto vicentino (V. Barichella, Cenni biografici sulla vita dell'architetto Giovanni Miglioranza vicentino, Vicenza 1861). Grazie alle competenze acquisite nel campo dell'architettura, Barichella entrò a far parte nel 1863 dell'Accademia Olimpica, in qualità di segretario della sezione Arti e Lettere, e nel 1890 della Commissione d'Ornati di Vicenza, con la quale si trovò più volte in contrasto per divergenze di giudizio (presentò le dimissioni nel 1892 e nel 1899, rientrando, tuttavia, dopo breve pausa). Dall'aprile 1893 al giugno 1897, infine, grazie all'influenza di Fedele Lampertico, ricoprì il ruolo di consigliere comunale nella lista dei cattolici. Delle sue compiute opere architettoniche si ricordano, in particolare, la costruzione della cupola della chiesa di Santo Stefano (1895) e il restauro di Palazzo da Schio (1875) a Vicenza; ad Arzignano, la progettazione del campanile della chiesa di Ognissanti, di quello di San Zeno e della chiesa neogotica di San Bortolo.
Morì il 26 aprile 1911; il funerale, celebrato il giorno seguente, vide la commemorazione dello storico vicentino Sebastiano Rumor.
I suoi manoscritti conservati nella città di Vicenza si suddividono oggi tra le collezioni della Biblioteca Bertoliana e quelle del Museo civico: nella prima permangono il suo ricco epistolario (BcB, Fondo Epistolari, E.15/1, 2), fondamentale testimonianza dei rapporti intessuti con i maggiori artisti e personalità dell'ambiente culturale sia italiano che straniero, e i numerosi disegni architettonici e carte personali (BcB, Fondo Archivi di persona, C. Ba/1-14; C. Ba. Ds/1-193; C. Ba. Ds. Grandi Formati/1, 2), donati nel 1912 e nel 1923 dalla moglie Emma Cosma e dalla figlia Lena. Nella seconda istituzione, invece, si collocano ulteriori disegni e progetti d'architettura.
Bibliografia di riferimento:
S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, vol. I, Venezia 1905, pp. 77-79
F. Lora, Un architetto vicentino tra Ottocento e Novecento: Vittorio Barichella e le sue carte, tesi di Laurea Magistrale in Storia dell'Arte, Università degli Studi di Verona, relatore L. Olivato, a.a. 2011-2012

Epistolario Lorenzo e Vittorio Barichella

1818 feb. 10 - 1891 dic. 25 unità archivistiche 174