Soggetto produttore

Milani, Giovanni Francesco

1789 lug. 26 - 1862 mar. 16

Giovanni Francesco Milani nacque a Venezia il 26 luglio 1789. Il padre Fermo Milani, un valente speziale da tutti considerato come un "giovane, abile, onorato", sposò nel 1785 la veneziana Luigia Marconi. Pochi anni dopo, nel 1791, Fermo morì improvvisamente lasciando la moglie e i due figli, Pietro e Giovanni, completamente soli. Luigia Marconi scelse così, per un motivo tutt'ora ignoto, di trasferirsi con i suoi figli nel piccolo paese di Noventa Vicentina. Il giovane Giovanni Francesco fu avviato agli studi presso i Padri Somaschi nel Collegio di san Nicola di Castello e si laureò, poi, in matematica all'Università di Padova. Dopo la laurea, convinto che la carriera militare fosse di gran lunga la più fortunata, si iscrisse alla Scuola Reale del Genio di Modena, ove passò, come egli stesso cita in una sua lettera, "quattro anni di fatiche e di studio". Concluse la scuola con il grado di Ufficiale e per questo fu destinato alle piazzeforti di Venezia, Cremona e Pizzighettone (CR). Nel 1813, con il grado di sottotenente, prese parte alla campagna del Tirolo e l'anno successivo, 1814, partecipò alla battaglia del Mincio. Caduto il Regno Italico (1814) Giovanni Francesco fortemente amareggiato, per la situazione politica e militare in cui gravava l'intero continente, decise di abbandonare la carriera militare per dedicarsi alla sola professione di ingegnere. Nel 1817, dopo qualche breve esperienza lavorativa in Noventa e in Lonigo, fu chiamato a Verona in qualità di Ingegnere del Reale Demanio. Trovò una stanza e aprì un suo studio privato, rimanendo in questa città sino al 1848. La città di Verona lo nominò, nel 1815, "Ingegnere aspirante", nel 1817 "Ingegnere di riparto" dalla città di Rovigo, sino al 1820 quando ottenne la qualifica di "Ingegnere revisore provinciale". Il suo esordio nel mondo del lavoro fu piuttosto difficile, come dimostrano le numerosissime richieste di prestito che egli perpetrava, quasi quotidianamente, al fratello Pietro. Contraddistinto da un carattere risoluto e appassionato, Milani, non tardò a raccogliere i frutti dei suoi innumerevoli sacrifici. Divenne, in brevissimo tempo, uno stimato professionista tanto da risultare uno degli ingegneri più importanti e richiesti nel Regno Lombardo-Veneto. Nel 1832 iniziò un lungo viaggio che lo portò a toccare alcune tra le città, al tempo, più importanti d'Europa. Convinto che per conoscere bisognasse vedere, Giovanni Francesco lasciò alle sue spalle agiatezze e vantaggi, amici e parenti per tuffarsi, all'età di 41 anni, "in mezzo ai vortici del mondo, lontano da tutti". Il 19 aprile 1836 la Commissione Veneta offrì a Milani la progettazione e la direzione dei lavori della nuova linea ferroviaria Venezia-Milano. Accettando di buon grado l'incarico, fissò come suoi aiutanti e consiglieri Antonio Conati e Pietro Paleocapa. Nel frattempo, decise di concludere il suo viaggio europeo visitando: la Danimarca, la Russia, la Baviera e la Svezia. Dopo un anno dall'affidamento dell'incarico e nessun risultato sul campo, la Commissione si divise in due sezioni: una fissa in Milano e l'altra in Venezia. La Commissione di Milano, insoddisfatta dell'operato di Milani, propose Giovanni Brioschi come capo cantiere, dando così avvio a un acceso dibattito. La controversia fu risolta affidando a Brioschi il tratto compreso nel territorio Lombardo (Milano-Mincio) e a Milani la tratta Mincio-Venezia. Milani, però, reputando tale scelta fortemente indecorosa per la sua immagine declinò l'offerta. Il 25 maggio l'incarico dell'intero progetto, che rischiava di rimanere altrimenti incompiuto, fu affidato interamente a Milani il quale, non appena apprese la notizia, si mise subito all'opera per stendere un programma. Il 27 luglio 1837 Milani presentò alle due Commissioni una prima bozza e l'anno successivo il progetto sommario dell'intero percorso. Il prospetto sollevò non poche polemiche: molte erano infatti le città escluse dal tracciato (Bergamo, Brescia, Mantova e Vicenza). Il 13 dicembre 1843 venne aperta la prima tratta da Mestre a Padova, l'11 gennaio 1846 l'arciduca Ferdinando d'Austria inaugurò la linea ferroviaria Venezia-Padova-Vicenza e alla fine dello stesso anno la tratta Venezia-Verona.
Giovanni Francesco, come lo descriveva Ruggero Bonghi "dal carattere integro che non piegò mai a lusinghe, né a tentazioni, che pur non mancavano, d'interessi opposti", non fu indifferente agli avvenimenti del 1848. Il suo spirito libero e il suo carattere intraprendente lo portarono a iscriversi al "gruppo di rivoltosi" nato a Vicenza e a Venezia. Fu nominato membro del Comitato di Guerra con il grado di colonnello e venne definito da Ulloa come "l'anima del Consiglio e il braccio destro del Manin". La vittoria inaspettata degli austriaci lo costrinse a scappare, a fuggire e ad abbandonare tutto ciò che egli possedeva. Partì per Corfù, per Malta, tornò in Italia a Genova, si spostò a Torino, giungendo poi infine, dopo un lungo peregrinare, a Parigi. Fortemente attaccato alla sua patria, scriveva commoventi e dolorose lettere ai parenti lontani, si spense nella capitale parigina il 16 marzo 1862.
In Biblioteca Bertoliana è conservato parte del suo carteggio personale raccolto in due volumi (Fondo Epistolari, E. 74)
Bibliografia di riferimento:
GARON, E., L'ingegnere che progettò la ferrovia Milano-Venezia, in Giornale di Vicenza, 6 novembre 1997.
MANTESE, G., Storia di Valdagno, Valdagno, Edizioni del Comune, 1966, pp. 235-354.
MUFTAH, F., Lettere di viaggio dell'ingegnere Giovanni Milani, tesi di laurea in lingue e letterature straniere indirizzo storico culturale, relatore prof.ssa Maria Luisa Ferrari, Università degli Studi di Verona, a.a. 2001-2002, pp. 33-44.
ROSI, M., Milani Giovanni, in Dizionario del risorgimento nazionale, Milano, Vallardi, 1933, vol. III, p. 588.
RUMOR, S., Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, Venezia, a spese della Società, 1907 pp. 343-344.

Epistolario Giovanni Milani

1832 - 1836 unità archivistiche 2