Soggetto produttore

Caminer Turra, Elisabetta

1751 lug. 29 - 1796 giu. 07

Elisabetta Caminer, poi Turra, nacque a Venezia il 29 luglio del 1751 da Domenico e Anna Maldini . La madre Anna era una donna molto semplice, priva di interessi e particolarmente dedita alla frivola vita veneziana. I progetti di Anna per sua figlia erano molto precisi: Elisabetta doveva diventare una perfetta modista e un'ineccepibile massaia. Così, all' età di dodici anni, la giovane Caminer iniziò a lavorare per una famosa crestaia. Bastò molto poco, in realtà, perchè la vera indole della giovane venisse alla luce. Il suo animo romantico, la sua passione per i libri e la sua propensione per la conoscenza la portarono a sconvolgere i piani materni. Appena diciasettenne, spronata dal padre Domenico Caminer (Venezia, 4 maggio 1731 - Orgiano, 3 novembre 1796), iniziò a lavorare nella piccola azienda letteraria paterna che nel 1768 fondò il periodico "L'Europa Letteraria". La Caminer lavorò sin da subito come traduttrice, esordendo con alcune opere di Voltaire e con alcuni copioni della nuova commedia "lacrimosa". Nel 1769 convolò a nozze con il medico vicentino Antonio Turra (Vicenza, 25 maggio 1736 - 4 settembre 1797), appassionato studioso di botanica e autore di numerosi studi scientifici. Il lavoro alla bottega letteraria del padre portò la giovane a nuove importanti conoscenze, prima tra tutte quella con l'abate Alberto Fortis. L'incontro, la collaborazione e l'amicizia con Fortis fu senza dubbio l'avvenimento più importante della biografia culturale della Caminer: l'abate padovano saprà aiutare la Caminer a raggiungere la propria identità letteraria. Ben presto l'autrice riuscirà a dare coerenza e organicità alla sua cultura di autodidatta, diventando di fatto una dei protagonisti dell'illuminismo veneto e veneziano. "L'Europa letteraria", periodico nato quasi per caso e con poche pretese, si trasformò presto in un foglio di tendenza sempre più impegnato a diffondere la letteratura moderna d'oltralpe e particolarmente attento a creare legami e rapporti tra i gli intellettuali italiani del tempo. Gli anni '70 furono un momento particolarmente difficile per la scrittrice. Furono pubblicati infatti alcuni violenti libelli con lo scopo di ridicolizzare e avvilire il lavoro letterario e intellettuale della Caminer: Carlo Gozzi non le perdonava la sua difesa dell'immorale "commedia lagrimevole", Tommaso Antonio Contini si inalberava di fronte alla scarsa pietà religiosa e alla sua insofferenza per le dispute teologiche e, infine, Antonio Piazza la farà protagonista di uno sferzante raccontino dei suoi "Castelli in aria". La Caminer diede prova però di non badare alle polemiche che divampavano su di lei impegnandosi ancora di più alla sua attività letteraria. Le traduzioni che svolgeva la Caminer non erano semplici traduzioni letterarie, ma piuttosto un'efficace mediazione tra l'originale e il pubblico italiano di testi con finalità pedagogiche e ideologiche. Nel biennio 1774-1776 la Caminer si cimentò nella traduzione in lingua francese, tedesca, inglese, danese e russa della "Nuova raccolta di composizioni teatrali". Negli stessi anni si trasferì a Vicenza con il marito, continuando tuttavia a collaborare (anche in maniera frenetica) all"Europa Letteraria". Nel maggio 1773 "L'Europa Letteraria" venne chiusa mentre contemporaneamente si annunciava per l'anno seguente l'uscita del "Giornale Enciclopedico". Il Giornale continuava il precedente, soltanto ritoccandone la struttura in vista di un allargamento dell'orizzonte culturale e del fronte dei collaboratori. Dal 1777 il Giornale inizierà ad essere stampato a Vicenza sotto la vigile sorveglianza di Elisabetta, la quale anzi, qualche anno dopo, nel 1780, riuscì a convincere il marito ad aprire nella città, in via Canove, una tipografia Turra. Tra il 1782 e il 1787 la Caminer, insieme a Fortis, fondò una società di gestione. Il Giornale, nel 1783, cambiò nome diventando "Il Nuovo Giornale Enciclopedico". La chiusura della società nel 1789 (dovuta all'uscita di Fortis) e i sempre più gravi episodi francesi, segnarono profondamente e drammaticamente la fine di ogni illusione riformatrice della Caminer. Nel corso degli anni '80 si dilettò in moltissime iniziative anche diverse tra loro: poesie d'occasione, critiche letterarie, traduzioni di opere teatrali e letterarie. Negli anni più intensi del soggiorno vicentino, si costruì un teatrino in casa e si dedicò a insegnare recitazione a un gruppo di fanciulli. Circondata da un folto gruppo di amici e di ammiratori che animavano la conversazione della sua casa ospitale, visse a Vicenza un decennio di attività febbrile e feconda, quando improvvisamente, poco più che quarantenne, colpita da un male inguaribile, si spense dopo molte sofferenze, a Orgiano, il 7 giugno 1796. In Biblioteca Bertoliana è conservato parte del suo carteggio personale, raccolto in una busta (Fondo Epistolari, E. 17). Parte del testo biografico è stato tratto da: C. De Michelis, Caminer, Elisabetta, in "Dizionario Biografico degli Italiani", vol. 17 (1974). Scritti autografi di Caminer, o a lei indirizzati, permangono in varie istituzioni italiane (Biblioteca dell'Accademia dei Concordi, Biblioteca del Seminario di Padova e Biblioteca del Museo Correr), testimonianza della sua attività e dei numerosi rapporti intessuti con molteplici personalità del tempo.

Epistolario Elisabetta Caminer Turra

1792 ott. 12 - 1795 lug. 04 unità archivistiche 20