Soggetto produttore

Tornieri, Arnaldo Arnaldi I

1739 set. 15 - 1829 ott. 26

Nacque a Vicenza il 15 settembre 1739, dal conte Cesare e dalla contessa Sigismonda Bissari e fu primo di sette figli.
Gli fu impartita una rigida educazione nel Collegio dei nobili di Parma, retto dai Gesuiti, sotto la guida di illustri precettori quali Saverio Bettinelli, Quirico Rossi e Agostino Palazzi.
Si sposò all'età di 18 anni con la contessa Elena Monza (dalla quale ebbe nove figli), per obbedire al testamento Arnaldi di cui aveva beneficiato la famiglia.
Il conte vicentino Gasparo Arnaldi, infatti, morendo nel 1726 aveva lasciato eredi del suo patrimonio i Tornieri, con l'obbligo che tutti i maschi preponessero al loro i nomi Arnaldo Arnaldi, numerandosi successivamente come i sovrani, e che si sposassero a diciotto anni.
Dalle biografie non risulta che Arnaldo avesse esercitato una professione particolare, si parla però di "uffici municipali" (dalle "Memorie" si ricava che fu console e deputato) alternati agli ozii colti della sua casa.
Amò le lettere, scrisse sia in prosa che in poesia, e molte delle sue opere furono pubblicate.
Scrisse un gran numero di componimenti poetici e fece parte dell'Arcadia con lo pseudonimo di Irenieto Entreo. Numerose furono le sue opere d'occasione in versi ed un copioso numero di sonetti per la morte dei figli e della moglie.
Predilesse lo studio dei classici latini e tradusse in ottave l'Eneide di Virgilio e la pubblicò nel 1779. Don Vincenzo Carraro ne scrisse la dedica con l'auspicio che, insieme con le Georgiche tradotte da Lorenzo Tornieri, i figli di Arnaldo potessero tradurre anche le Bucoliche.
Fu una persona molto religiosa e tradusse dal francese le opere del vescovo di Langres, Cesare Guglielmo De La Luzerne.
Si cimentò anche con un poema epico scrivendo in ottave quattordici canti sulla vita di San Giovanni Nepomuceno e una tragedia di argomento biblico.
L'amore per i classici e l'antichità divenne un riferimento costante della sua vita tanto che si dedicò alla raccolta di medaglie, suppellettili antiche, monete, lapidi riguardanti il territorio di Vicenza e creò nell'altrio della sua casa a contrà Porti un museo che molti eruditi, anche forestieri, si recavano a visitare. La collezione, attraverso gli eredi, passò di proprietà del Comune e nel 1937 entrò a far parte della raccolta di antichità del Museo Civico di Vicenza.
Lasciò inoltre una copiosa biblioteca.
Registrò quotidianamente dal 1767 al 1822 i fatti di Vicenza, pensieri e giudizi nelle sue "Memorie di Vicenza".
Ad ottantasei anni era ancora "sano di mente e agile di corpo", ma i suoi ultimi anni furono guastati dalla cecità legata a problemi di cateratte.
Morì il 26 ottobre 1829.

Epistolario Arnaldo Arnaldi Tornieri

1775 - 1825 unità archivistiche 10