Soggetto produttore

Magrini, Antonio

1805 ott. 03 - 1872 gen. 07

Antonio Magrini, unico figlio del barbiere Marco e di Teresa Franco, nacque a Vicenza il 3 ottobre 1805. Nel 1821 iniziò a frequentare il seminario vicentino, dove ebbe modo di conoscere uno tra i più affermati oratori sacri: Francesco Villardi. In seminario Antonio acquisì una solida preparazione culturale, non limitata alle sole scienze teologiche e filosofiche, ma volta soprattutto a un intero ciclo sulla didattica che gli fornirono le basi per poter aspirare al ruolo d'insegnante. Nel 1828 fu ordinato sacerdote e l'anno seguente, 1829, fu nominato docente di ruolo presso le scuole elementari maschili di Vicenza. L'intensa attività didattica però non gli impedì certamente di inseguire le proprie passioni, ma anzi lo spronarono ulteriormente alla ricerca e allo studio vigoroso. Antonio ebbe modo di entrare in numerosissime biblioteche, sia pubbliche che private, così come ebbe modo di affinare le proprie ricerche storiche accedendo a svariati archivi, il più delle volte sconosciuti o poco esplorati. Da queste intense ricerche ne scaturì la sua prima opera "Il tempio di San Lorenzo in Vicenza riaperto al divin culto" (Padova, Cartallier e sicca, 1839; in BcB, ms. 3308).
Fortemente impegnato nell'assistenza ai più deboli nel 1841 Magrini inaugurò, presso il clero vicentino, una congregazione volta al mutuo soccorso. Nello stesso anno diede alle stampe il saggio storico "Notizie di fra Giovanni Da Schio" (Vicenza, 1841; BcB, ms. 3310). Nel 1843 venne nominato assistente bibliotecario presso la Biblioteca comunale di Vicenza e, sempre nel medesimo anno, si trovò a coadiuvare Ignazio Savi nella redazione del nuovo catalogo per materia del suo patrimonio librario. Il 1844 fu l'anno del rinvenimento delle presunte spoglie dell'architetto Andrea Palladio in Santa Corona. Tale avvenimento, seguito da una querelle accesasi fra alcuni studiosi, fu d'ispirazione per la stesura e la pubblicazione del volume "Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio" (Vicenza, Tipografia del seminario, 1845). Nonostante l'opera risulti fortemente disorganica e farraginosa si può tutt'ora considerare uno dei capi saldi dello studio sull'architetto. Numerosi furono gli studi rivolti all'architettura vicentina ["Dell'architettura in Vicenza: discorso con appendice critico-cronologica delle principali sue fabbriche negli ultimi otto secoli" (Padova, dalla tipografia del seminario, 1845)] e ai suoi più illustri esponenti: Onorio Belli, Ottaviano Bruto Revese e Ottone Calderari. Magrini, in breve tempo, divenne socio del Royal Institute of British architects, dell'Accademia delle belle arti di Venezia e dell'Accademia Olimpica di Vicenza. Nel 1847, come omaggio agli scienziati riuniti a Venezia, viene rappresenta al teatro Olimpico di Vicenza la tragedia dell'Edipo Re di Sofocle e Magrini, che ebbe modo di assaporarne ogni sfumatura, ne ricavò uno spunto per la stesura de "Il teatro Olimpico nuovamente descritto ed illustrato" (Padova, tipografia del seminario, 1847; BcB, ms. 3312). Fondamentale per la storia della città di Vicenza fu "Diario sui fatti del 1848", opera rimasta inedita e di cui la Biblioteca Bertoliana conserva il manoscritto originale (BcB, ms. 3302). È fondamentale sottolineare come Magrini non fu semplice spettatore della rivoluzione vicentina ma, anzi, fu fondamentale per mantenere contatti con alcuni degli uomini del governo provvisorio (in particolare con quanti caldeggiavano la fusione con il Piemonte sabaudo). Fu nominato successivamente presidente della vicentina commissione deputata alla custodia delle cose patrie, così tra il 1853 e il 1854 riordinò tutte le carte contenute all'interno dell'archivio municipale e censì tutti quei monumenti vicentini degni, secondo il suo pensiero, di essere conservati ai posteri. Magrini fu un attento e instancabile ricercatore ed è grazie a lui se il celebre ponte di Rialto di Venezia, sino ad allora creduto interamente opera di Antonio Da Ponte, ritrova la sua vera paternità; dopo un'assidua ricerca presso l'Archivio veneziano dei Frari, Magrini afferma che il vero progettista del ponte fu G. A. Boldi e relegando a Da Ponte la mera esecuzione dell'opera. In merito a questo pubblicò, nel 1854, il saggio "Intorno il vero architetto del Ponte di Rialto: memoria letta il giorno 23 aprile 1854 all'I.R. Istituto Veneto di scienze lettere ed arti" (Vicenza, tipografia Eredi Paroni, 1854). Nel 1855 Magrini ottenne la cattedra di religione al ginnasio-liceo vicentino, nello stesso anno fu poi nominato dal vescovo Giovanni Antonio Farina censore degli stampati di materie religiose. Con i primi anni Sessanta, la fama e l'autorità di Magrini iniziarono a venir meno a causa del suo pensiero politico estremamente contrario al movimento nazionale italiano. Proprio a causa di questa ostilità di cui si era circondato, nel settembre del 1862 fu accusato di aver sottratto alle collezioni della Biblioteca Bertoliana e del Museo Civico numeroso materiale di carattere storico-artistico. Denunciato da alcuni dei più eminenti concittadini (tra cui Paolo Lioy e Fedele Lampertico), Magrini fu sospeso dai suoi pubblici impieghi sino all'aprile del 1864 quando fu finalmente assolto dal Tribunale d'appello. Dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, Antonio si trasferì prima a Trieste poi a Vienna e infine a Gorizia. Nel 1869 fu nominato da Vittorio Emanuele II cavaliere della Corona d'Italia e l'anno successivo tornò a Vicenza. Morì dopo due anni nella sua città natale, il 7 gennaio 1872 all'età di 67 anni.
Bibliografia di riferimento:
DALLA VECCHIA, L., Su la vita e gli scritti dell''abate Antonio Cav. Magrini di Vicenza, Vicenza, tipografia di Giuseppe Staider, 1872.
MORSOLIN, B., Necrologia di Antonio Magrini, in Archivio Storico italiano, 1872, 193-200.
RUMOR, S., Gli scrittori vicentini dei secoli Decimottavo e Decimonono, vol. II, Venezia 1907, pp. 241-245.
ZAVALLONI, F., Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 67, 2006.

Epistolario Antonio Magrini

1830 - 1872 unità archivistiche 175