Cisco, Mariangela
1919 lug. 03 - 1990 nov. 04
Mariangela Cisco nasce il 3 luglio 1919 a Valvasone, figlia di Luigi e di Giulia Obici, entrambi veneziani, sorella maggiore di Giulio, giornalista e scrittore, e Maria Luisa. Trascorre l'infanzia a Rossano Veneto, dove il padre è medico condotto, e frequenta le scuole, compreso il Ginnasio, a Bassano. In seguito al trasferimento della famiglia a Vicenza, prosegue gli studi al liceo "Pigafetta", e, quindi, durante la guerra, si laurea in Lettere Moderne all'Università di Padova.
Condivide l'esperienza della Resistenza con i "piccoli maestri" di Antonio Giuriolo, e, in particolare, con il futuro marito Gigi Ghirotti, Augusto Ghellini, fidanzato della sorella Maria Luisa, e gli amici Luigi Meneghello e Dante Caneva.
La guerra disperde la famiglia: il padre, che presta servizio come ufficiale medico, viene mandato in Montenegro, dove muore nel 1941, il fratello, arruolato nella contraerea, è di stanza in diverse parti d'Italia, mentre Mariangela, in seguito alla rappresaglia fascista che porta all'incendio della sua casa, si rifugia in Piemonte, nel Biellese, dove sopravvive insegnando latino in una scuola-convitto di Mosso.
Al termine della guerra sposa Gigi Ghirotti, allora redattore de "Il Giornale di Vicenza" diretto da Renato Ghiotto, insieme a Giulio Cisco, fratello di Mariangela. Durante la sua permanenza a Vicenza pubblica articoli e racconti su "Il Giornale di Vicenza" e sul "Gazzettino" e insegna in una scuola professionale.
Negli anni '50 Gigi Ghirotti viene assunto da "La Stampa" come inviato speciale e Mariangela lo segue a Torino, dove abbandona l'insegnamento e diventa corrispondente di "Oggi", rivista di Rizzoli, per la quale scrive regolarmente dal 1950 al 1957. Negli anni '60 pubblica filastrocche, poesie e racconti sul "Corriere dei Piccoli", si interessa di fotografia e collabora con Neri Pozza attorno a un progetto di una mostra fotografica su Vicenza.
Successivamente i coniugi Ghirotti si trasferiscono a Milano, per la breve esperienza di Gigi con "L'Europeo", quindi a Roma, quando lavora nuovamente per "La Stampa" e collabora con la "RAI".
Nel 1960 esce il primo libro di Mariangela, "Una camicia per Gec", edito dalla Morano, con la quale, tuttavia, entra in causa per il mancato rispetto del contratto da parte dell'editore. "Una camicia per Gec" vince il "Premio Castello" a Sanguinetto 1961 e si classifica quarto al Premio internazionale H. C. Andersen 1962, premio internazionale di grande prestigio definito "il piccolo Nobel" della letteratura per l'infanzia, ottenendo una segnalazione.
Nel 1971 pubblica il suo secondo libro per ragazzi, "L'ultima cicogna", che ottiene recensioni positive.
Pur vivendo lontani da Vicenza, i coniugi Ghirotti non interrompono mai il filo che li lega alla città, alla sorella Maria Luisa, ai cognati, ai nipoti Carlassare e Ghellini, a Neri Pozza e ad altri amici vicentini, tanto che negli anni '60 comprano una casa in Val Maddarello, sull'Altopiano di Asiago.
Agli inizi degli anni '70 Mariangela ritorna stabilmente a Vicenza insieme al marito, che ormai sta giungendo alla fine del tunnel della sua malattia. Gigi Ghirotti muore il 17 luglio 1974 e Mariangela svolge un ruolo attivo nella nascita e nella vita del "Comitato Gigi Ghirotti", ora "Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti", nato il 5 maggio 1975 a meno di un anno dalla morte del marito colpito dal linfoma di Hodgkin nel 1972, con lo scopo di mantenere vivi la sua vicenda umana, il messaggio e l'impegno a favore dei malati, e al fine di favorire il miglioramento della qualità della vita della persona malata di tumore e dei suoi familiari.
A Vicenza Mariangela dà vita alla sezione provinciale vicentina del "Comitato Gigi Ghirotti", della quale ricopre l'incarico di vice presidente, che si occupa principalmente dell'aggiornamento dei medici e dell'informazione degli ammalati.
Si dedica anche a una sua vecchia passione, la grafica e l'incisione all'acquaforte, e nel 1979 espone nella galleria di Mario Albanese una mostra di acqueforti e di incisioni su lastre d'argento.
Nel 1986 il Comune di Vicenza la propone per la croce di Cavaliere al merito della Repubblica, e ne viene subito insignita.
Muore a Vicenza il 4 novembre 1990.
Nel 1992 viene allestita dai nipoti una mostra post mortem di acqueforti e di sue incisioni a Palazzo Costantini, presso la Biblioteca Bertoliana.