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Zorzi , Giangiorgio

1887 ago. 01 - 1969 giu. 25

Discendente di Michelangelo Zorzi, letterato e bibliotecario della Bertoliana dal 1722 al 1744, Giangiorgio Zorzi Giustiniani nasce a Vicenza il primo agosto 1887 da Giorgio Pietro e Francesca Chiericati Salvioni, progenie del committente di Andrea Palladio per l'omonimo palazzo oggi sede della pinacoteca civica.
Gli studi di Giangiorgio Zorzi su Palladio iniziano in Bertoliana, dove può consultare una copia del manoscritto di Paolo Gualdo e leggere i contributi di Antonio Magrini. Con l'articolo del 9 agosto 1908 pubblicato su «La provincia di Vicenza» dal titolo "Per un centenario che non si è mai rivelato. Il quarto centenario della nascita di Andrea Palladio" a soli ventuno anni fissa la nascita di Andrea Palladio al 1508 e non nel 1528, come alcuni ritenevano, compiendo una piccola rivoluzione nel mondo della storiografia palladiana. A questo articolo ne seguirà un secondo, il 5 ottobre, intitolato "Sull'anno in cui nacque Andrea Palladio".
Frequenta l'Università di Padova e si laurea in giurisprudenza nel 1910. Nel 1914 consegue il Diploma di paleografia e archivistica all'Archivio di Stato di Venezia, indispensabile preparazione allo studio dei documenti necessario alle sue ricerche.
Partecipa al primo conflitto mondiale arruolandosi volontario: nel 1915 è sottotenente nel 7° Artiglieria Fortezza, di stanza a Pieve di Cadore, e nel dicembre 1916 è in prima linea nel reggimento del 1° Corpo d'Armata col ruolo di tenente. Durante una licenza dal fronte, nel 1917, consegue la laurea in lettere, sempre all'ateneo patavino. Rientra a Vicenza nel 1918 dopo la prigionia austriaca, decorato di croce di guerra.
Durante la guerra continua a portare avanti la sua attività di studioso riuscendo a far pubblicare nel 1916 la Parte prima del Contributo alla storia dell'arte vicentina nei secoli XV e XVI. I Pittori (la seconda, Architetti, ingegneri, muratori, scultori, tagliapietre, sarà pubblicata nel 1925), contenente studi che aveva elaborato in trincea e raccolti in cinque quaderni manoscritti, oggi ancora presenti nel suo archivio.
Nel 1919, a trentadue anni, è nominato Accademico ordinario della Accademia Olimpica di Vicenza per la classe di Lettere e arti, con la quale collabora con le sue ricerche.
Nel 1921 sposa Anita Stella, dalla quale avrà due figlie, Adriana e Fulvia, e si trasferisce da Vicenza a Udine. Qui ricopre la carica di direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro fino al 1923 e apre il suo studio legale che successivamente trasferirà a Trieste, dove oltre che avvocato sarà anche professore di latino al liceo Petrarca dal 1933 al 1942.
Nel 1937 pubblica la Parte terza del Contributo alla storia dell'arte vicentina. Preclassicismo i o prepalladiani, prima di trovarsi nuovamente al fronte in Sardegna, richiamato alle armi nel 1942 col grado di maggiore dell'Esercito.
Rientra dalla Sardegna nel 1944, si ricongiunge alla famiglia sfollata a Mossano Vicentino e torna nuovamente a Trieste, chiamato dal Governo Militare Alleato che lo vuole direttore dell'ufficio legale e del lavoro per il territorio amministrativo.
Dopo il 1948, ultrasessantenne, intensifica studi e ricerche con l'obiettivo di dare sostanza al suo corpus di studi su Andrea Palladio; dal 1962 lascia le cariche pubbliche per dedicarsi completamente allo studio.
Sue attive collaboratrici sono le figlie Fulvia (che collabora alla sue ricerche bibliografiche, alla catalogazione dei documenti e alla definizione delle planimetrie a corredo di alcune delle opere del padre) e Adriana, che traduce in inglese per il padre la corrispondenza e i documenti e soprattutto cura l'archivio fotografico, importantissimo per l'illustrazione delle opere (donato poi alla Bertoliana, assieme a tutto il materiale cartaceo).
Oltre all'aiuto delle figlie, Giangiorgio Zorzi si avvale della collaborazione di molti amici e corrispondenti, tra i quali Giorgio Ferrari, già bibliotecario alla Marciana, Carlo Bellettato, Raffaele Berenzoni, Giuseppe Roi, Roberto Pane, Guglielmo De Angelis d'Ossat, Giovanni Mariacher, Alessandro Battagno. Ha solidi rapporti di amicizia con Franco Barbieri, Lionello Puppi, Camilo Semenzato, Renato Cevese, Federico Mistrorigo, Giuseppe Fiocco, James Ackermann, Sergio Bettini, Wolfgang Lotz, Erik Frossman e Rudolf Wittkower.
La ricchezza dei suoi studi e la miniera delle sue ricerche sono documentate da ben152 tra saggi e articoli, pubblicati tra il 1908, anno del suo primo articolo, e il 1969, anno della sua morte. Tra il 1937 e il 1959, dopo la pausa di un ventennio, pubblica i quattro volumi su Palladio, I disegni delle antichità di Andrea Palladio (1959), Le opere pubbliche e i palazzi privati di Andrea Palladio (1965), Le chiese e i ponti Andrea Palladio (1967), Le ville e i teatri di Andrea Palladio (1969), realizzati in dieci anni e curati dell'editore vicentino Neri Pozza.
Giangiorgio Zorzi è anche un grande sportivo (tennista, giocatore di pallone e ciclista instancabile) e un appassionato di musica: violinista, critico musicale e anche segretario-ispettore dal 1920 dell'oggi distrutto teatro Eretenio di Vicenza, nominato dall'allora sindaco di Vicenza e grande mecenate della cultura vicentina Giuseppe Roi (1924-2009).
Nel 1955 vince il premio Marzotto di Valdagno per la critica d'arte. Insieme a studiosi del calibro di Antony Blunt, André Chastel, Ludwig Heydenreich, Rodolfo Pallucchini, fonda nel 1958 il Centro Internazionale di Studi di architettura "Andrea Palladio"; vi tiene i corsi di storia dell'architettura palladiana, scrive per il "Bollettino" dal 1960 al 1969, siede nel consiglio scientifico del Centro dal 1958 fino alla sua scomparsa.
Il 24 giugno 1969 riceve la medaglia d'oro del Ministero della Pubblica Istruzione; il giorno dopo muore a Udine, ottantaduenne. I funerali sono celebrati a Vicenza e viene sepolto nel famedio degli uomini illustri nel Cimitero Maggiore.
Il 12 settembre l'Amministrazione comunale di Vicenza gli conferisce la Medaglia d'oro di benemerenza.
Il lavoro di Zorzi costituisce tutt'oggi una chiave fondamentale per accedere agli studi su Andrea Palladio; intuitivo, determinato, curioso, è lo studioso più sincero e scrupoloso dell'opera dell'architetto vicentino. Il suo metodo di ricostruzione storica documentaria e di analisi scientifica delle fonti è innovativo: da un lato l'osservazione fisica, dall'altro la ricerca archivistica, in grado di delineare il substrato culturale in cui ha potuto germogliare il genio di Andrea Palladio. Una caratteristica originale del suo lavoro è infatti la considerazione data al contesto storico. Con una puntuale e acuta analisi critica, che non trascura notizie apparentemente marginali, indaga la situazione in cui nascevano e venivano realizzati i progetti architettonici, con particolare attenzione alla committenza. Considerava l'opera d'arte nella sua globalità, dal volere dei committenti alla progettazione, dalla costruzione alle trasformazioni avvenute nel tempo.
Franco Barbieri definisce Zorzi un pioniere della moderna ricerca storica.

Carte Giangiorgio Zorzi

ca. 1908 - ca. 2000 unità archivistiche 400