Soggetto produttore

Bortolan, Domenico

1850 mag. 24 - 1928 mar. 18

Domenico Bortolan nacque a Vicenza il 24 maggio del 1850 da due umili popolani, l'ortolano Luigi ed Anna Dalla Riva. Entrato giovanissimo in Seminario, venne ordinato sacerdote il 21 dicembre 1872. Gli anni della formazione in Seminario risentirono del mutato indirizzo dell'Istituto, iniziato dal vescovo Gio.Giuseppe Cappellari e proseguito dal suo successore Gio. Antonio Farina: una più rigorosa preparazione teologica e filosofica unita ad un severo studio delle scienze e della matematica, per adeguare la cultura del clero alle esigenze dei nuovi tempi. Molto dovette influire sulla formazione di Bortolan insegnanti dalla spiccata personalità quali mons. Giuseppe Rossi, il futuro rettore mons. Giuseppe Albertini, mons. Pietro Rossato e l'umile ma insostituibile direttore spirituale don Fabiano Farina. Nel settembre del 1873 Domenico Bortolan ottenne la patente di maestro di grado superiore e l'anno successivo, presso l'università di Padova, il diploma di abilitazione all'insegnamento della matematica nelle Regie Scuole Tecniche. Dopo una breve esperienza nella cappellania di Villabalzana e come insegnante privato a Marostica, venne nominato nel 1877 rettore dell'orfanotrofio maschile di San Domenico in Vicenza, incarico che lascerà solo nel 1884 quando assumerà quello di bibliotecario alla Bertoliana.
E' in questo periodo che inizia la sua attività di scrittore e di storico, spronato da un ambiente, quello ecclesiastico, pieno di personalità di spicco quali il poeta Giacomo Zanella, il professore di liceo Bernardo Morsolin, il canonico Pietro Marasca, il marchese monsignor Lodovico Gonzati, il bibliotecario e storico don Andrea Capparozzo, l'abate Antonio Magrini e don Giuseppe Fogazzaro.
Nell'ottobre del 1884 Bortolan succede a don Andrea Capparozzo quale direttore della Biblioteca Bertoliana. Da questo momento le sue pubblicazioni si infittiscono: articoli di giornale, versi, novelle, discorsi, commemorazioni, ma soprattutto saggi su Vicenza, la sua storia, gli statuti, le vicende politiche, le lotte interne, le sue istituzioni, le fraglie, gli ordini religiosi, le famiglie nobili, la vita privata e pubblica, le opere d'arte, le chiese, i palazzi, i castelli, la toponomastica, il dialetto. Si giunge così al 1890 quando, a seguito di concorso, entra quale vicedirettore alla Bertoliana don Sebastiano Rumor. E' un sodalizio che durerà ininterrotto fino al 1925 quando Domenico, ormai ultrasettantenne, lascerà la direzione del prestigioso istituto. A dare ascolto a quanto venne scritto in occasione della morte di Bortolan, fu un connubio felice e proficuo per entrambi, estendendosi la loro collaborazione anche alla ricerca storica. In realtà per differente estrazione sociale, per base culturale e ideologica solo apparentemente comune, per esperienza sacerdotale diversa e per carattere sostanzialmente opposto, legarono solo in apparenza, rimanendo profondamente divisi sia sul piano dei contatti umani che in quello della ricerca storica che li vede impegnati spesso su binari paralleli: la ricerca storica Bortolan, quella bibliografica Rumor. Arrivano, con il consolidarsi della sua fama di uomo di cultura, i primi riconoscimenti ufficiali, quali la nomina a Canonico Onorario della Chiesa Cattedrale il 21 settembre del 1895 e quella di effettivo nel giugno del 1897, mentre il pontefice Leone XIII gli conferisce nel 1900 il titolo di suo cameriere d'onore in abito paonazzo, riconfermatogli poi da Papa Sarto con breve del 4 agosto 1904. Il 16 dicembre dello stesso anno viene pure nominato socio dell'Accademia di Religione. Il 1908 e il 1909 sono anni, per lui, di improba fatica. Il trasferimento della biblioteca Bertoliana dall'antico palazzo del Monte di Pietà all'ex convento dei padri Somaschi in via Riale, attuale sede, dovette impegnarlo a fondo assieme ai suoi più stretti collaboratori, Sebastiano Rumor in primo luogo ed i fidati Ambrosini e Fontana. Il 22 gennaio del 1910 si inaugura solennemente la nuova sede e Bortolan riprende gli amati studi. Dalla sua fede profonda e dal suo grande amore per l'arte matura intanto il progetto per la chiesetta dell'Adorazione Perpetua annessa alla Casa Madre delle Suore Dorotee in Vicenza. La piccola costruzione, iniziata nel 1913 ed aperta al pubblico il 23 luglio dell'anno successivo, non era però la sua prima fatica architettonica, datandosi al 1899 la cappella delle Dame Inglesi, accanto alla chiesa di S. Marco, pure in Vicenza. La sua è una personalità dal gusto raffinato e dalla mano sicura nello scegliere e dirigere un gruppo di eccellenti artigiani, muratori, falegnami, fabbri, intagliatori, pittori e scultori, senza perdere di vista l'unità dei lavori che riesce ad ottenere nonostante palesi rievocazioni di un repertorio di forme di un periodo piuttosto ampio che va dal primo Quattrocento al più maturo Cinquecento. Il bisogno di momenti di quiete e di riposo lo spingono all'acquisto di una casetta accanto a villa Suppiei di Creazzo, immersa nel verde, e lì trascorre le poche ore libere in serenità, in mezzo alla natura e circondato dai pochi veri amici. La stima e la considerazione gli fruttano altri innumerevoli premi: è socio dell'Accademia Olimpica, membro effettivo della R. Deputazione Veneta di Storia Patria, socio corrispondente dell'Istituto Araldico Italiano e della commissione araldica del Veneto, membro della commissione conservatrice dei monumenti e delle belle arti, Cavaliere della Corona d'Italia nel gennaio del 1910 e commendatore dal febbraio del 1925. Nel 1927 viene pure nominato R. Ispettore bibliografico onorario per Vicenza. Le pubblicazioni continuano; è del 1919 la "Guida di Vicenza con illustrazioni ed una carta topografica" in collaborazione con Sebastiano Rumor. Ormai stanco e avanti negli anni, nel giugno del 1925, dietro sua domanda, viene sollevato dall'incarico di bibliotecario e si ritira a vivere nella sua casa in via S. Pietro, accanto al quattrocentesco Oratorio dei Boccalotti e lì, minato da un male incurabile e costantemente assistito dalla sorella Anna e dalla pronipote Anna Dalla Pria, si spegne alle 9.45 del 18 marzo del 1928. Il Podestà di Vicenza Franceschini deliberava che la spesa dei funerali fosse a carico del Comune e che la salma venisse tumulata nel famedio cittadino degli uomini illustri. Il 20 marzo hanno luogo i solenni funerali a cui partecipano le più alte autorità civili, religiose, culturali e politiche.
Postumo, uscirà nel 1929 a firma Bortolan-De Mori "Il Palazzo della Banca Cattolica già dei Leoni Montanari a Vicenza".
Donatore del fondo alla Biblioteca Bertoliana.

Carte Domenico Bortolan

ca. 1872 - ca. 1928 unità archivistiche 220