Soggetto produttore

Bruto Revese

Il cognome Revese, volgarizzazione del latino "aurifex" (orefice), è attestato in Vicenza fin dal 1200. Il primo rappresentante noto di questa antica e nobile famiglia è un certo Tommaso Revese, console nel 1239. La casata, che si divide in realtà nei due rami Revese e Bruto Revese, risulta ascritta al Consiglio dei Cinquecento di Vicenza, nonché aggregata al Collegio dei Giudici; annovera inoltre molti membri tra gli amministratori del Comune e, fin dal 1431, nel collegio dei notai (come attestano i registri conservati in Archivio di Stato). Altri suoi esponenti ricoprono più volte la carica di vicario in Brendola.
Dopo la caduta del Governo Veneto, essa vede confermata la sua nobiltà ed il titolo comitale con la sovrana risoluzione 8 luglio 1820.
I Revese possedevano case a Vicenza, in Contrà Riale e ai Carmini, e molti beni immobili in Brendola, dove era maggiormente presente il ramo dei Bruto Revese e dove la famiglia contribuì all'edificazione, nel 1487, della chiesetta di S. Maria Annunciata. Avevano, inoltre, sepolcri nelle chiese di S. Bortolo e di S. Corona di Vicenza.
Stando al Rumor, la casata Revese si estingue, in data non precisata, nei Castagna. Ultimo rappresentante dei Bruto Revese è, invece, il prete don Gaetano di Brendola, figlio di Paolo, morto nel 1888, che nel suo testamento lascia all'amico Giovanni Scola la chiesetta di Brendola, fino a quella data di proprietà della famiglia.
Sempre a lui si deve la donazione dell'archivio qui descritto alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, nel 1878.
Tra i rappresentanti del ramo Bruto Revese, vale la pena ricordare anche la figura di Ottavio, architetto civile e militare molto attivo in Vicenza, nonché autore di libri di architettura, morto nel 1637.

Archivio della famiglia Bruto Revese

1091/06/09 - 1805/02/03 unità archivistiche 27