Bortolan
Gli esponenti della famiglia Bortolan che a partire dalla metà del secolo XVIII si stabilirono a Vicenza discendevano dal ramo che ebbe il suo capostipite in Sebastiano Bortolan (1608 ca. - 1675), secondo alcune ipotesi originario di Ferrara, secondo altre nato nel paese di Montebelluna, in provincia di Treviso, ove la famiglia risulterebbe attestata a partire dal secolo XVI. Sebastiano, di professione battirame, verso la metà del Seicento si trasferì a Carbonera con la moglie Giovanna e i numerosi figli, tra cui Gaspare, nonno di quel Giovanni Antonio che per primo trasferirà la sua residenza in Vicenza. Nel Settecento i Bortolan erano, se non nobili, almeno economicamente benestanti: lo stesso capostipite, ed in seguito con lui alcuni suoi discendenti, aveva sviluppato un commercio piuttosto rilevante di ferro e rame.
Gaspare Bortolan (+ 1717) sposò Paolina Silvestrin da cui ebbe due figli, Giovanna (+ 1678) e Sebastiano (1679-1754). Quest'ultimo si sposò con Prudenza Zambon e fu padre di sette figli: Giuseppe, Carlo, Angelo, Giovanni Battista divenuto frate carmelitano scalzo, Costantino, Gaspare -padre di quel Giacomo (o Jacopo, 1784-1842), figura di rilievo nella storia economica di Treviso in quanto fondatore a Santa Maria della Rovere di un'importante fonderia meccanica e di altre fortunate attività indutriali- e, infine, il già citato Giovanni Antonio. Costui intorno al 1740 partì da Carbonera alla volta di Venezia per prestare servizio nella «bottega da chiodi» di Teodoro Manuch, sita a Rialto al «tragheto del Buso». Verso il 1743-44 si trasferì a Vicenza, per avviare in autonomia l'attività di commercio e vendita al minuto di ferramenta, attività che sviluppò ed incrementò nel breve volgere di tempo. Riuscì anche nel fiorente commercio della seta. Sposato dal 1753 con Caterina Brassan, Giovanni Antonio ebbe due figli, Gaetano e Giovanni, e due figlie, Prudenza, andata in sposa nel 1811 a Giovanni Domenico Toffanetti, e Anna, unitasi in matrimonio nel 1796 con Giulio Roselli.
Nel 1809 Giovanni Antonio dispose la divisione delle sue ramificate attività commerciali, tutte con sede in Vicenza, assegnando a Gaetano il negozio di ferramenta e rame e a Giovanni il negozio di sete e l'attività di commissioni e spedizioni, che mantennero l'originaria ditta «Giovanni Antonio Bortolan».
Gaetano fu attivo e impegnato nella vita politica cittadina: fu eletto savio della municipalità di Vicenza e successivamente, a partire dal 1816, ricoprì la carica di assessore della congregazione municipale di Vicenza. Fu socio in affari con il cognato Giulio Roselli, ma le sorti dell'associazione non furono sempre fortunate, dal momento che la ferramenta rischiò la chiusura per fallimento.
Giovanni sposò la contessa Elisabetta Disconzi, da cui ebbe due figlie, Caterina e Cecilia, che riuscì a far unire in matrimonio rispettivamente con i fratelli Luigi ed Andrea Piovene Porto Godi. Sviluppò un fiorente commercio di lane e di seta dapprima nella provincia vicentina, poi nel resto del nord-Italia, arrivando ad espandersi anche Oltralpe. Divenuto ricchissimo, si trovò ben presto ad essere anche politicamente influente. Compare, fino al 1823, tra i consiglieri comunali della città di Vicenza. Dal 1824 al 1838 ricoprì senza interruzioni la carica di presidente del tribunale di commercio di Vicenza. Acquistò in città il palazzo palladiano che fu della famiglia Caldogno, al Pozzo Rosso, dove trasferì la propria residenza. Il massimo riconoscimento gli venne dalla Corona austriaca, che gli attribuì il titolo di conte.