Soggetto produttore

Bissari

Il primo documento che attesta la presenza della famiglia nel vicentino è una compravendita del 1168 in cui, tra i testimoni, compare Olderico di Bertaldo Bissario. La cronaca ezzeliniana del 1213 cita la famiglia tra i "populares maiores", ossia quel nucleo di piccoli signori di città che partecipavano attivamente alla vita del Comune. L'ascesa sociale della famiglia è testimoniata anche dalla ubicazione della residenza cittadina, situata nel Peronio, l'attuale piazza dei Signori. Nel centro politico ed economico della città, in un'area oggi inglobata nella Basilica Palladiana, i Bissari possedevano più palazzi con una torre e un cortile cinto e merlato. Nel 1220 il Comune di Vicenza acquistò questo complesso per destinarlo a residenza del podestà, mentre pochi anni dopo, nel 1226, acquisì anche la torre, che ancor oggi domina la piazza e porta il nome di Torre Bissara, mentre la famiglia spostò la propria residenza lungo l'attuale corso Andrea Palladio, verso porta Castello. In epoca ezzeliniana sono rare le testimoninanze sulla famiglia che, avversa alla fazione di Ezzelino, rimase ai margini dell'attività politica dedicandosi piuttosto all'acquisizione di beni nel territorio. Nel 1207, infatti, Vito e Gualdinello Bissari acquistano dai canonici della cattedrale di Vicenza il feudo di Sovizzo, ottenendone contestualmente l'investitura da parte del vescovo. Questo patrimonio fondiario viene sostanzialmente gestito in comune da entrambi i fratelli e dai loro eredi fino probabilmente all'acquisizione, da parte di Gualdinello di Gualdinello, nel 1265, del feudo vescovile di Costa Fabrica, l'attuale Costabissara, ricevuto dalle mani di Bartolomeo da Breganze. Nella località, che nella denominazione attuale richiama questo legame di lungo periodo con i Bissari, si concentrarono gli sforzi e le attività del ramo di Gualdinello, mentre nell'area di Sovizzo si concentrarono gli interessi del ramo di Vito. Sul finire del Duecento, un esponente della famiglia, Giacomo di Gualdinello, frate domenicano e vicario di Santa Corona, fu nominato vescovo della città. La contrarietà di papa Bonifacio VIII, che aveva designato un proprio vescovo, fu all'origine di uno scisma cittadino che si ricompose nel momento in cui il Bissari lasciò la carica. Nonostante la presenza costante nel territorio, i Bissari risultano citati nell'elenco dei "cives" di Vicenza del 1314 e risultano ricoprire, per tutto il XIV secolo e nei successivi, incarichi comunali, oltre che essere annoverati tra i membri dei collegi di notai e giudici. Nel corso del '500 emerge la figura di Spinella Bissari, che per la partecipazione attiva nella vita dell'Accademia Olimpica vi fu raffigurato tra le statue del secondo ordine dell'omonimo teatro, di cui fu, tra l'altro, uno dei fondatori. Ultimo erede della famiglia fu Girolamo Enrico Sforza Bissari alla cui morte, nel 1859, l'ingente patrimonio di famiglia a Costabissara e in altre località fu diviso: mentre il castello di Costabissara fu ereditato da Guardino Colleoni, la villa, l'attuale villa San Carlo, pervenne ad Antonio Biego di Vicenza. Altri beni furono infine divisi tra Teresa Dal Bovo Brognoligo, Francesca Bonacossi e Gabriella Bissari vedova Thiene.

Archivio della famiglia Bissari

ca. 1261 - 1813 unità archivistiche 215