Soggetto produttore

Righetti, Pietro

1870 - 1942

Le informazioni biografiche riguardanti Pietro Righetti sono molto scarse: nasce nel 1870, probabilmente a Vicenza, nel 1897 sposa Merope Maiocchi, dalla quale ha un figlio, Vincenzo, che esercita la professione di pittore e che alla morte del padre, avvenuta nel 1942, si trasferisce a Torino.
Ben più corpose e precise si rivelano, invece, le informazioni riguardanti la storia della presenza e delle attività della famiglia Righetti in Italia. La prima testimonianza scritta risale all'epoca medievale: si tratta di un documento ufficiale di papa Marino II, noto anche come Martino III, redatto nel 943 e che menziona il nome di Righetto, discendente da una famiglia insediatasi a Verona con l'avvento dei Longobardi.
La professione svolta dai Righetti è quella notarile, attività che si protrae per quattro generazioni fino al 1252, quando la tradizione di famiglia viene bruscamente interrotta dalla spada di Ezzelino III da Romano. Quest'ultimo, signore della Marca Trevigiana, soprannominato il Feroce o il Tiranno, fervente ghibellino che Dante Alighieri colloca all'inferno nella sua Commedia, ordina, per ragioni a noi ignote, la decapitazione del "notaro" Righetto.
Il trauma di questo sanguinoso evento sembra colpire così profondamente la famiglia da riflettersi nelle attività professionali della stessa per lungo tempo; per trovare un nuovo "notaro" bisogna attendere per ben quattro generazioni, con l'avvento di Tommaso, del nipote Leonzio e del XV secolo. Infatti, Lodovico, figlio del giustiziato Righetto, aveva aperto la strada alla nuova "tradizione di famiglia", la professione medica, alla quale il solo Leonardo, giureconsulto, si era sottratto.
I secoli successivi trascorrono senza che vi sia segnalazione di eventi di particolare rilievo; tra medici, notai, frati e canonici, assumono posizioni di spicco Jacopo, podestà di Peschiera nel XVII secolo, e Anna, madre superiora dell'ordine delle Canossiane, morta nel 1902, mentre una menzione particolare la merita Giovanni, fucilato dagli austriaci nel 1861, probabilmente a causa del suo patriottismo italiano.
Si giunge, infine, a Pietro, figlio di Vincenzo e Ottavia, fratello di Angelo e Luigia e padre di Vincenzo.
Pietro Righetti, studioso di araldica e genealogia, conoscitore di diverse lingue antiche e straniere, collaborò con Giovanni Dolcetti, titolare di uno studio araldico in Venezia ed autore del "Libro d'argento delle famiglie venete nobili", edito in Venezia in cinque volumi dalla Tipografia Vittorio Callegari fra il 1922 ed il 1928, e de "Le origini storiche della famiglia Mussolini".
La fonte di tutte le informazioni riguardanti la famiglia Righetti è una carta sciolta manoscritta, compilata da Pietro stesso, presente all'interno delle sue carte personali.
Donatore delle carte alla Biblioteca Bertoliana.

Armi Righetti

[1900 - 1950] unità archivistiche 21