Archivio Capra
L'archivio della famiglia Capra, parte del più ampio complesso archivistico conservato al Castello Porto Colleoni Thiene, si compone di oltre 8.000 documenti di varia tipologia (atti notarili, mappe e disegni, lettere, rescritti pontifici e ducali, privilegi imperiali, processi, libri di conti, ecc.), originali e in copia, prodotti dal XI al XIX secolo. La conservazione e la salvaguardia del fondo, per lo più legato alla discendenza di Giovanni quondam Bortolamio (m. ante 1381 apr. 21), si deve a Giorgio, figlio di Enrico (test. 1448 dic. 16; 1488 dic. 11), che scelse di vincolare con fidecommesso i suoi beni, non più alienabili, al diritto di primogenitura maschile: «eredi universali Luigi [o Alvise], Raimondo, Lodovico, Girolamo, et Ottavian suoi figlioli con fideicomisso successivo nelli loro discendenti maschi legitimi, in infinitum in stirpes, et non in capita» (con il secondo testamento del 1488 vengono compresi anche i figli naturali). Dopo la morte dell'ultimo discendente maschio di questa linea, Orazio Claudio (1799), e della vedova Elena Sesso Capra (erede usufruttuaria), i beni passarono per la gran parte alla figlia Teresa, sposa di Alessandro Colleoni di Bergamo. Nel 1816 suo figlio Guardino venne nominato erede universale dal prozio Giovanni Battista Orazio Porto (1729-1816), con il vincolo di risiedere a Vicenza e di associare il nome Orazio e il cognome Porto al proprio. Orazio Guardino Porto Colleoni, oltre ai beni del padre e della madre, ottenne quindi questo ulteriore patrimonio comprendente il quattrocentesco palazzo in contrà Porti a Vicenza (ora Porto Colleoni) e il Castello di Thiene. L'archivio della famiglia Capra è confluito di conseguenza nel complesso archivistico attuale attraverso i beni di Orazio Guardino Porto Colleoni nel corso della prima metà dell'Ottocento. Dopo la morte di Guardino (1843-1918), senatore del Regno e ultimo della linea, gli archivi Porto, Capra e Colleoni passarono per sua volontà al cugino Antonio di Thiene e tutt'oggi appartengono agli attuali proprietari della famiglia di Thiene. Si evidenzia tuttavia che Orazio Claudio Capra, oltre alla figlia Teresa, ebbe altre cinque figlie: Maddalena (monaca nel Monastero di S. Agata di Padova), Latina (attestata nel Collegio delle Dimesse di Padova), Isabella (attestata nel Collegio delle Dimesse di S. Maria Nova di Vicenza), Ottavia (monaca in S. Domenico di Vicenza) e Sabina, moglie di Federico Brazzà di Udine. A questo proposito non si esclude che il corpus documentario, dopo la morte di Elena Sesso, sia stato oggetto di divisione tra Teresa e Sabina (o loro discendenti), o sia in questa occasione confluito in parte all'interno di un altro archivio famigliare a oggi non individuato. La consistenza del fondo attuale risulta infatti notevolmente ridotta rispetto alla documentazione presente al momento della redazione dei catastici di corredo dell'archivio: in particolare, circa 2/3 delle pergamene risultano mancanti, mentre tra i processi vi sono alcuni mazzi non completi. In assenza di un censimento esaustivo dell'intero complesso archivistico del Castello, previsto per le prossime annualità, non è al momento possibile stabilire se alcuni documenti qui mancanti siano confluiti nell'Archivio Colleoni o se siano invece stati oggetto di una divisione dei beni avvenuta tra Sette e Ottocento: solo alcuni sono stati di fatto individuati in occasione del presente inventario, per la cui collocazione attuale si rimanda alle descrizioni delle serie e delle singole unità documentarie.
La struttura dell'Archivio Capra si caratterizza da due principali fondi tra loro distinti, come dimostrano i catastici di corredo redatti tra Sette e Ottocento da diversi catasticatori, i quali riportano (o menzionano) una Parte I e una Parte II: a seguito di alcune analisi, la Parte I sembra associarsi alla figura di Gaetano Claudio Capra (m. 1732), padre di Orazio Claudio, che presumibilmente tra il 1729 e il 1730 commissionò l'ordinamento della documentazione in suo possesso. In questa occasione il materiale venne suddiviso per tipologie documentarie in «mazzi di rodoli» (ossia pergamene o altri materiali conservati in forma di rotolo, come atti notarili, privilegi, ducali, investiture, ecc.) e, con ogni probabilità, in mazzi di processi a loro associati, come dimostrano i numerosi rimandi presenti nelle pergamene. Non si può tuttavia a oggi stabilire con certezza se i mazzi di processi siano stati ordinati e descritti contestualmente alle pergamene: queste ultime sono di fatto correlate da cinque catastici redatti da un'unica mano, mentre non è attualmente stato individuato il catastico (o catastici) relativo ai processi, né sono presenti informazioni al riguardo. Le camicie dei fascicoli processuali riportano in molti casi un'antica segnatura depennata, che lascerebbe supporre l'esecuzione di un riordino dei materiali, avvalorata anche dalla presenza di appartenenti alla famiglia, parti e controparti in anni seguenti alla morte di Gaetano Claudio. Ritenendo a ogni modo i "rodoli" e i processi tra loro collegati, si è scelto con il presente inventario di creare le serie Parte I: "Rodoli" e Parte I: "Processi". La prima serie presenta la successione di 3725 istrumenti pergamenacei e cartacei disposti in ordine cronologico e raccolti in 149 mazzi di 25 "rodoli" ciascuno. Si segnala, come già anticipato, la mancanza di circa 2/3 dei documenti di questa serie, solo in pochi casi individuati in altri fondi dell'Archivio: nei mazzi la documentazione mancante è stata per la gran parte sostituita da cartigli antichi riportanti ognuno la segnatura specifica di un processo della seconda serie, opportunamente riportata nella descrizione analitica dei documenti mancanti. A seguito di un controllo effettuato a campione, si può affermare che all'interno dei processi citati non si trovano le pergamene originali (come è avvenuto per l'Archivio Porto), bensì copie degli stessi atti notarili. Si presume perciò che i cartigli siano stati inseriti al momento dell'estrapolazone degli originali, previa verifica della presenza degli stessi in copia all'interno dei fascicoli processuali. Con il nuovo inventario è stato possibile digitalizzare i tre catastici dei mazzi di "rodoli" relativi ai regesti delle pergamene: si è quindi scelto di inserire in questa sede, per ogni documento, i soli dati relativi alla numerazione originaria, datazione, tipologia (natura giuridica), antiche segnature e stato di conservazione. Si rimanda alla consultazione delle digitalizzazioni, facendone opportuna richiesta, per ulteriori approfondimenti e necessarie verifiche. La serie Parte I: "Processi", si compone invece di 662 fascicoli cartacei e 3 registri membranacei, raccolti in 40 mazzi. I materiali non si dispongono in ordine cronologico nel rispetto dell'ordinamento originario, del quale si è riportata la numerazione progressiva dei fascicoli, suddivisi nei mazzi per lo più per tema (vedi ad esempio Mazzo I: acque) o per famiglia di riferimento (ad esempio: Angaran, Caldogno, Trento). In assenza del relativo catastico, tutte le datazioni, intitolazioni e segnalazioni qui riportate, si riferiscono ai controlli effettuati sui documenti. Diversamente la Parte II, associata alla serie Parte II: Mazzi di pergamene e processi, sembra legarsi al figlio di Gaetano, Orazio Claudio, molto probabilmente committente dell'«Aggiunta del Catastico della nobile Casa Capra»: un nuovo inventario, correlato da un indice delle materie, fu infatti realizzato presumibilmente nei primi anni settanta del Settecento, riportante la descrizione di ulteriore documentazione (sec. XV-1772), non pertinente con la Parte I, raccolta in 47 mazzi comprendenti materiali eterogenei (processi, registri, istrumenti pergamenacei e cartacei). La stessa si riferisce a un possibile incremento del patrimonio di Orazio Claudio, avvenuto forse a seguito di questioni ereditarie, il cui fondo archivistico è stato di fatto aggiunto ai beni del padre mantenendo un proprio ordinamento. I materiali rispettano l'ordine cronologico unicamente all'interno del mazzo di riferimento (o unità archivistica), a eccezione di qualche sporadico errore. In anni postumi alla morte di Orazio Claudio, è qui confluita altra documentazione (sec. XIV-XIX), con l'aggiunta dei mazzi nn. 48-71, la cui inventariazione si associa a tre diversi catasticatori attivi tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento. In questi mazzi cambia l'ordinamento dei materiali, non più disposti in ordine cronologico e comprendenti numerosi sottofascicoli. Nel biennio 2023-2024, grazie a un contributo del Ministero della Cultura - Direzione generale archivi, si è provveduto alla creazione di un nuovo inventario informatizzato. Questa operazione ha permesso di ricostruire, laddove possibile, l'ordinamento originario dell'archivio rintracciando i vincoli archivistici tra le carte: il fondo, forse a seguito di spostamenti avvenuti tra Otto e Novecento - o a causa di incaute consultazioni -, presentava infatti alcuni documenti estrapolati dalle rispettive unità archivistiche, conservati sciolti e non più disposti secondo un preciso ordinamento. Le analisi e i controlli effettuati in archivio hanno permesso, per la gran parte dei casi, di ricollocare questi documenti nelle rispettive unità archivistiche. Poichè per alcuni il vincolo archivistico è andato perduto (mentre altri sembrano non associarsi all'ordinamento originario), sono state create le serie: Materiali di amministrazione, Stampe in causa, Rescritti pontifici, Carteggio, Miscellanea. Per una più facile consultazione, i materiali di amministrazione sono stati a loro volta organizzati per tipologia documentaria in tre sottoserie: Registri di cassa e libri diversi di contabilità, Filze di ricevute e Scritture varie di amministrazione. Infine, è stata creata la serie Catastici e altri strumenti di corredo. In queste nuove serie le unità archivistiche seguono l'ordine cronologico; è stata inoltre aggiunta una nuova numerazione sull'angolo superiore destro. Si segnala che una parte cospicua del fondo è stata oggetto di studi da parte di Umberto Todeschini, autore di alcuni regesti e approfondimenti sul contenuto dei documenti: si consiglia pertanto di fare opportuna richiesta per la consultazione di questo ulteriore materiale.
Consistenza complessiva dell'archivio: 343 unità archivistiche, oltre 8.000 unità documentarie, 140 unità di conservazione in circa 30 metri lineari di scaffalature.