Epistolario Francesco Testa
L'epistolario è composto da 169 unità archivistiche, che raccolgono 2.265 documenti, consistenti in lettere indirizzate all'illustre bibliofilo vicentino Francesco Testa, le quali abbracciano un arco cronologico che si sviluppa dal 5 giugno 1747 al 30 gennaio 1855. Esse, relative, in particolare, al commercio e al collezionismo di materiale librario e documentario, sono inviate da importanti letterati, studiosi e funzionari della penisola, tra cui si annoverano Giambattista Baseggio, Pietro Bettio, Sebastiano Bologna, Pietro Brandolese, Antonio Canova, Giorgio Caravieri, Tommaso Antonio Catullo, Emmanuele Antonio Cicogna, Leopoldo Cicognara, Michele Colombo, Bartolomeo Gamba, Pietro Giordani, Pio Magenta, Iacopo Morelli, Angelo Pezzana, Giovanni Battista Roberti, Domenico Rossetti De Scander, Filippo Scolari, Angelo Sicca, Pietro Stecchini, Gian Giacomo Trivulzio e Carlo Zucchi. L'epistolario entrò a far parte delle collezioni della Biblioteca civica Bertoliana il 18 giugno 1866, contestualmente ad una parte della cospicua raccolta di autografi e manoscritti dei conti Leonardo ed Alessandro Trissino, grazie alla donazione dell'archivio di famiglia da parte di Antonio Porto Barbaran, come risulta dalla consultazione della fonte archivistica Nota degli autografi e m[ano]s[critti] donati alla Bertoliana, già appartenuti a co[n]ti Alessandro e Leonardo Trissino, dal co[nte] Antonio Porto (BcB, Archivio Storico della Biblioteca civica Bertoliana, serie Doni e Legati 3, b. 37, u.a. 40) e dalla presenza sporadica sul recto della prima carta delle camicie delle u.a. del riferimento «Dono Porto», redatto dalla mano del bibliotecario Andrea Capparozzo. La documentazione dell'Archivio Trissino Baston, al cui interno era confluito secondo dinamiche ignote il carteggio di Francesco Testa, era stata accorpata, infatti, al fondo Porto Barbaran nel 1851, in seguito alle disposizioni testamentarie di Alessandro Trissino, ultimo discendente maschio del ramo Baston, il quale aveva designato erede il nipote Antonio Porto Barbaran. Confluito in Bertoliana, il materiale venne collocato nella camera G dell'antica sede presso il Palazzo del Monte di Pietà, prima del trasferimento nell'ex convento di San Giacomo dei Padri Somaschi avvenuto nei primi anni del Novecento, come attestano le antiche segnature alfanumeriche G.1.1.1-6, G.1.2.2-5, G.2.1.1-6, G.2.2.1-4 e G.2.2.6-7, riportate a lapis e a penna, in alcuni casi unitamente all'indicazione in numeri romani della busta originaria d'appartenenza, sul recto della prima carta della maggior parte delle camicie e citate nell'inventario Carteggio collocato nella camera G., predisposto da Andrea Capparozzo nella seconda metà dell'Ottocento (BcB, Archivio Storico della Biblioteca civica Bertoliana, serie Strumenti di corredo, u.a. 51, pp. 1-30 e 32-50). Oltre che dalle sopradette segnature, l'originaria appartenenza dell'Epistolario Testa al cosiddetto Carteggio Trissino (ora Epistolario Trissino Baston) è attestata in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia (G. Mazzatinti, Forlì, Casa Editrice Luigi Bordandini, 1892, vol. 2, p. 97). Probabilmente, si devono ascrivere a Capparozzo le operazioni di estrazione del carteggio relativo a Francesco Testa dalla documentazione ora contenuta nelle buste nn. 104-117 e 119 dell'Epistolario Trissino Baston ed il suo condizionamento in fascicoli cartacei ordinati alfabeticamente secondo le indicazioni del nominativo del mittente nelle buste nn. 94-98. Dai riferimenti apposti a lapis o a penna sulle camicie di alcune unità archivistiche è possibile attribuire un ulteriore intervento di riordino negli anni Ottanta del secolo scorso ad opera della bibliotecaria Adele Scarpari. Con il presente inventario si è deciso di mantenere il precedente ordinamento voluto da Capparozzo, apponendo a lapis l'indicazione numerica progressiva dei fascicoli secondo l'ordine alfabetico dei mittenti sull'angolo inferiore destro del recto della prima carta, e di introdurre un conteggio dei documenti, anch'esso a lapis e sull'angolo inferiore destro del recto della prima carta, rispettoso dell'ordine cronologico interno ad ogni fascicolo. Ove presenti, si è provveduto alla numerazione romana delle carte bianche o con sola intitolazione ripetitiva della camicia. Infine, la consultazione di altri strumenti di corredo, quali 1877. Libreria Gonzati Inventario. Con un volume di appendice. Collezione d'opere vicentine regalata alla Città di Vicenza dal proprietario Rev[erendissi]mo Lodovico Marchese Gonzati Arcid[iacon]o redatto dal vicebibliotecario Vittorio Barichella (BcB, Archivio Storico della Biblioteca civica Bertoliana, serie Strumenti di corredo, u.a. 47, pp. 285 e 291) e Manoscritti che si trovano nella Libreria di M[onsigno]r Lodovico Gonzati da aggiungersi a quelli della Bertoliana. Catalogo fatto nel 1878 del bibliotecario Andrea Capparozzo (BcB, Archivio Storico della Biblioteca civica Bertoliana, serie Strumenti di corredo, u.a. 48, p. 17), testimonia le donazioni di manoscritti e documenti, autografi e non, effettuate dal bibliofilo vicentino Francesco Testa alla civica biblioteca.