Archivi di famiglia

Archivio della famiglia Velo, Negri, Leoni Montanari

Il complesso documentario tradizionalmente noto come "Negri Velo" è in realtà costituito da tre distinti archivi, Velo, Negri e Leoni Montanari, aggregatisi per via matrimoniale alla fine del XVIII secolo. Esso giunse in Bertoliana presumibilmente nei primi anni del Novecento, anche se non si hanno notizie precise circa l'acquisizione del materiale, né risulta ad oggi identificato l'autore della consegna. All'epoca, con la documentazione di natura squisitamente archivistica come istrumenti, processi, registri di amministrazione, disegni, pervenne anche un corposo nucleo di corrispondenza, al cui interno si evidenziavano lettere di personalità di spicco come Girolamo Velo, Girolamo Giuseppe Velo, Ottavia Negri Velo e Isabella Velo. In ragione dell'importanza che subito venne riconosciuta a tali materiali, essi furono estrapolati, ricondizionati e collocati nella sezione Epistolari della biblioteca, che raccoglie i carteggi di personalità illustri giunti a vario titolo nell'Istituto. A seguire, anche gran parte della residua corrispondenza venne estratta dall'archivio, trattata secondo criteri biblioteconomici e fisicamente collocata tra le raccolte manoscritte, nella sala ad esse dedicata. Venne così a crearsi una netta separazione tra la documentazione di natura epistolare e l'archivio, fatto che comportò la progressiva perdita di consapevolezza della loro unica provenienza. Sorte analoga toccò anche al fondo Leoni Montanari: collocato nei depositi come corpus documentario a sé stante, venne in seguito come tale considerato, anche nel corso del censimento degli archivi di famiglia condotto nel 2008-2010, nell'ambito del quale fu trattato come fondo autonomo. Solamente nel corso di una complessiva revisione condotta nel 2016 sul complesso "Negri Velo" è stato possibile ricostruire e quindi ricostituire il suo originale contesto di provenienza, riaggregandovi logicamente la documentazione. Ciò che dal complesso documentario Velo, Negri, Leoni Montanari non venne estrapolato fu nel tempo denominato "archivio Negri Velo" in virtù della presenza di carte prodotte dalle due famiglie. Queste ultime si erano unite, determinando analoga sorte per la documentazione rispettivamente prodotta, negli anni 1784-1785, in seguito al matrimonio di Ottavia Negri, ultima discendente del suo casato nonchè erede per via materna della facoltà (e quindi anche delle carte) Leoni Montanari, con Girolamo Velo di Girolamo Scipione. Costituitosi così un complesso documentario di considerevoli dimensioni, in epoca non precisata venne dispersa o eliminata parte della documentazione, soprattutto di natura processuale e amministrativa, delle famiglie Negri e Leoni Montanari (essa risulta infatti molto lacunosa o del tutto assente). Anche l'ordinamento delle scritture, Negri e Velo in particolare, andò via via affievolendosi, determinando di fatto la confusione tra i due nuclei documentari. Le carte Velo, in particolare, che non erano state oggetto di una sistematica organizzazione dalla fine del XVII secolo, finirono per costituire una massa disomogenea e disordinata. Una mano rimasta anonima, in anni che non è stato possibile identificare, cercò di realizzare un ordinamento sommario della documentazione, riunendo scritture analoghe per tipologia in grandi mazzi, dal contenuto però assai eterogeneo. Vennero quindi a costituirsi gran parte delle attuali unità archivistiche, che risultano contenere fascicoli e registri di varia natura ed epoca, spesso frammisti a molte carte sciolte. Tale eterogeneità di fondo ha condizionato l'attuale ordinamento della documentazione: non sempre è stato infatti possibile ricostituire le originali serie, laddove individuate. Si è così ovviato costituendo delle aggregazioni ad hoc (in particolare "Scritture diverse: carte processuali e di amministrazione" e "Mazzi di registri di conti e di amministrazione") nelle quali è stato riunito il materiale miscellaneo, effettuando, laddove opportuno, dei rinvii interni. Si segnala infine che la Bertoliana conserva anche la biblioteca della famiglia Velo, pervenuta tra il 1831 e il 1838 per volontà di Girolamo Egidio Velo che l'aveva assegnata in legato alla sorella Isabella richiedendo che alla morte di lei venisse conservata tra le raccolte cittadine.

31 registri, 46 volumi, 126 buste, 309 mazzi, 9 fascicoli, 24 filze.

Archivio della famiglia Velo, Negri, Leoni Montanari

XI - XIX unità archivistiche 663