Epistolario Trissino Baston
L'Epistolario è arrivato in Biblioteca Bertoliana nel 1866, contestualmente ad una parte della cospicua raccolta di manoscritti di Leonardo e Alessandro Trissino, grazie alla donazione del nipote Antonio Porto. L'Epistolario risulta essere stato collocato originariamente nella camera G della prima sede della Biblioteca Bertoliana al palazzo del Monte di Pietà. Su alcune camicie, infatti, sono riportate a matita le antiche segnature. L'inventario redatto da Andrea Capparozzo riporta la presenza di questo carteggio (cfr. Carteggio collocato nella Camera G, pp. 1-50). Si compone di 9.472 lettere, raccolte in 19 buste (le ultime tre buste sono state lavorate e inventariate in una seconda e successiva fase), che abbracciano un arco cronologico che va dal 1529 al 1889, inserite in fascicoli ordinati alfabeticamente secondo i mittenti. La maggior parte delle missive sono indirizzate a Leonardo e Alessandro Trissino, ma si segnala un cospicuo gruppo di lettere al padre Marcantonio e al fratello Lodovico. Sono presenti, inoltre, numerose lettere a Francesco Testa, Andrea Rigato ed altri destinatari. Si tratta prevalentemente di corrispondenza personale, ma varie missive, si veda soprattutto dall'u.a. 682 in poi, sono probabilmente frutto di una ricerca e raccolta di autografi con finalità collezionistica da parte di Leonardo Trissino. Le buste recano all'esterno un'etichetta che identifica i manoscritti della Biblioteca Bertoliana e che, per gran parte di esse, precisa gli estremi alfabetici entro cui sono compresi i mittenti delle lettere contenute. Anche i fascicoli sono prevalentemente condizionati a gruppi all'interno di camicie che specificano il soggetto produttore, l'antica segnatura e gli estremi alfabetici delle lettere. Ogni fascicolo è contenuto in una camicia dove il bibliotecario Andrea Capparozzo ha annotato mittenti, destinatari, arco cronologico di riferimento e talvolta il donatore delle singole lettere. Più raramente le lettere sono condizionate in camicie di carta più recente e con un'intitolazione di altra mano. Non tutte le annotazioni originali combaciano con il reale contenuto; talvolta lo stesso bibliotecario specifica di aver cambiato la collocazione di alcuni documenti. Le lettere dell'Epistolario non sono state ordinate cronologicamente e non presentano una numerazione uniforme. Una numerazione a matita nell'angolo inferiore sinistro caratterizza i primi fascicoli, ma poi è sospesa. Talvolta si riscontrano missive numerate a penna negli angoli superiori o alla c. 2v, probabilmente di mano di Andrea Capparozzo, ma non è stato al momento possibile identificare il legame tra le lettere. Alcune missive presentano note di Capparozzo, mentre altri appunti sembrano poter essere ricondotti alla mano di Leonardo Trissino. Sulla base di questa evidenza si potrebbe ipotizzare che la raccolta delle lettere sia riferibile principalmente proprio alla volontà di quest'ultimo.
19 buste