Epistolario Lorenzo e Vittorio Barichella
L'epistolario di Lorenzo e Vittorio Barichella, parte di una più ampia raccolta di manoscritti, disegni, volumi a stampa e fotografie, giunse alla Biblioteca Bertoliana a seguito della morte di Vittorio Barichella, avvenuta nel 1911. I primi materiali furono donati nel 1912 dalla vedova Emma Cosma; i rimanenti dalla figlia Lena nel 1923. Non è a oggi possibile ricondurre a quale delle due donazioni appartengano i seguenti manoscritti, che rimangono strettamente legati a quelli confluiti nel fondo Archivi di persona (Carte Vittorio Barichella, C. Ba.1-18; C. Ba. Ds. 1-193; C. Ba. Ds. grandi formati 1-2), dove si collocano le carte personali relative alla produzione letteraria e artistica di Lorenzo e Vittorio. Il presente epistolario conserva la loro corrispondenza tenutasi con svariati personaggi italiani e stranieri, per lo più appartenenti all'ambiente letterario e artistico ottocentesco. Si contano, tuttavia, ulteriori documenti, quali fotografie di alcuni mittenti e vari schizzi indirizzati a Vittorio. Sia le missive di Lorenzo (b. E.14), che quelle di Vittorio (b. E. 15 e E.15/bis), furono oggetto del censimento eseguito entro il 1928 da Domenico Bortolan (1850-1928), che si occupò di ordinarle cronologicamente inserendo altresì la numerazione delle carte nell'angolo superiore destro. A lui si deve l'intervento invasivo compiuto su alcuni documenti: molti di essi si trovano, infatti, ridotti nelle loro dimensioni originali o uniti assieme a formare nuclei di lettere comprese in un circoscritto periodo cronologico. Seguì, presumibilmente negli anni cinquanta del Novecento, un secondo inventario in cui il materiale, rispettando l'ordinamento di Bortolan, venne suddiviso in quattro gruppi: nel primo (E. 14.1) confluirono in totale 122 documenti per la maggior parte indirizzati a Lorenzo nel periodo compreso tra il 1818 e il 1843; nei rimanenti tre (E. 14.2; E. 15.1-2), invece, oltre seicento documenti appartenenti a Vittorio risalenti agli anni 1847-1891. Per cercare di rendere più chiara la fruizione dell'epistolario, si è scelto di ordinare il materiale per mittenti, rispettando la suddivisione per soggetto produttore: a Lorenzo appartengono i fascicoli n. 1-42, contenuti in una busta (E. 14); a Vittorio i fascicoli n. 43-175 suddivisi in due buste (E. 15 e E. 15/bis). Tale ordinamento per mittente non risulta però omogeneo nella sua totalità: le missive sottoposte all'intervento di Bortolan, infatti, si trovano unite a più materiali appartenenti a svariati personaggi. Si è dunque deciso di legare al mittente della prima missiva tutti i rimanenti, non mancando di nominare ognuno di essi nel campo della descrizione interna di ogni unità archivistica. In ogni fascicolo il materiale si dispone secondo l'ordine cronologico a eccezione di quelli privi di data, che si collocano alla fine di ogni unità. E' stata inoltre inserita la loro numerazione progressiva nell'angolo inferiore destro. Le lettere appartenenti a Lorenzo trattano in particolare di argomenti legati alla sua produzione di opere tragiche e poetiche, queste ultime per lo più sonetti indirizzati ad amici e scrittori. Tra questi spiccano i nomi di Silvio Pellico, conosciuto da Lorenzo negli anni successivi alla sua prigionia a Brünn, della poetessa Teresa Albarelli Vordoni, di Fedele Gaetano Lampertico, padre del più celebre Fedele, e del poligrafo Troilo Malipiero. Quelle relative al figlio Vittorio, invece, si legano per lo più a questioni inerenti alle sue attività di architetto e di vice bibliotecario della Bertoliana. Numerose, infatti, le richieste ch'egli ricevette da studiosi italiani e stranieri (Giovanni Battista di Crollalanza, Theodor Mommsen, Andrea Gloria, solo per citarne alcuni) desiderosi di ricevere nozioni su alcune opere conservate alla Biblioteca o su fatti e vicende per le quali si rendevano necessarie esaustive ricerche d'archivio; come molteplici i rapporti intrattenuti con i più noti architetti, artisti e politici del tempo, tra i quali spiccano i nomi di Fedele Lampertico, Antonio Fogazzaro, Camillo Boito, Antonio Caregaro Negrin, Alessandro e Francesco Rossi.