Epistolario Giovanni Villoresi
L'epistolario di Giovanni Villoresi è composto da tre fascicoli cartacei contenenti complessivamente 188 lettere che si sviluppano entro un arco cronologico che va dal 2 gennaio 1816 al 5 maggio 1831. Le missive delle prime due unità archivistiche, inviate da Villoresi ai conti Girolamo Egidio di Velo (u.a. 1) e Isabella di Velo Scroffa (u.a. 2), trattano prevalentemente argomenti di carattere professionale e d'affari, inerenti la realizzazione delle ville di famiglia a Velo d'Astico (VI) e ad Isola Vicentina (VI), la sistemazione dei rispettivi giardini e parchi e la gestione delle proprietà (terreni, vigneti, frutteti, orti, allevamenti, etc.), sui cui esse insistono. Queste lettere forniscono molte informazioni che restituiscono uno spaccato dell'epoca, tra cui i nomi dei capimastri, degli architetti e delle famiglie di quei luoghi, i toponimi scomparsi, le colture tipiche ed i raccolti, le tecniche di costruzione e di trasporto e la ricerca di materiali idonei, i criteri da seguire per l'allestimento del giardino e la scelta degli esemplari vegetali. L'unità archivistica n. 3, invece, presenta come mittente il fratello del soggetto produttore dell'epistolario, Luigi Villoresi (1779-1823), che con riverenza raccomanda al destinatario Girolamo Egidio di Velo i servigi di Giovanni, al suo primo incarico da capo giardiniere. Probabilmente, la documentazione dei fratelli Villoresi (E. 133) faceva parte di un articolato "corpus" documentario di natura epistolare riguardante la famiglia Velo, pervenuto nelle collezioni della Biblioteca civica Bertoliana nei primi anni del Novecento con l'acquisizione del complesso dei fondi Velo, Negri e Leoni Montanari, costituito da tre distinti archivi aggregatisi per via matrimoniale alla fine del XVIII secolo. Una cospicua parte delle lettere Velo che vi erano comprese, tra cui figurano quelle realtive ad illustri personalità come il conte Girolamo Giuseppe di Velo (E. 131), la consorte Ottavia Negri di Velo (E. 80) e i figli Girolamo Egidio di Velo (E. 130) e Isabella di Velo Scroffa (E. 132), venne separata dal materiale propriamente archivistico (istrumenti, processi, registri di amministrazione, disegni, etc.) e trasferita nella sezione epistolare della biblioteca, subendo una progressiva perdita di consapevolezza della loro provenienza originaria. Con il presente inventario, al fine di rendere più chiara la fruizione, si è deciso di ricondizionare i documenti entro tre camicie, apponendo sul "recto" a lapis la numerazione dei fascicoli (nn. 1-3) e l'intitolazione attribuita, e di introdurre un nuovo conteggio dei documenti sull'angolo inferiore destro, anch'esso a lapis e rispettoso dell'ordine cronologico interno ad ogni fascicolo. Le unità archivistiche sono contenute in una cartella che presenta in testa al dorso un cartiglio manoscritto con l'intitolazione "Epistolario di Gio: Villaresi", ivi considerata originale. Si segnala che negli anni Ottanta del secolo scorso l'epistolario era già stato oggetto del censimento ad opera della bibliotecaria Adele Scarpari, che aveva provveduto ad apporre una numerazione a lapis sull'angolo superiore destro dei documenti, condizionandoli in quattro fascicoli, di cui se ne conservano le camicie con le rispettive intitolazioni attribuite a testimonianza del suo intervento.