Epistolario Francesco Rubini
L'epistolario di Francesco Rubini (1766-1827) è composto da due volumi cartacei contenenti complessivamente 117 lettere, datate tra il 1789 e il 1869, che confluirono nelle collezioni della Biblioteca civica Bertoliana in seguito alla donazione elargita nel 1892 da Giovanni Soster (1814-1893), noto cronista e cultore delle vicende valdagnesi. Con essa giunsero altri volumi manoscritti, volumi di lettere autografe di illustri personaggi vicentini e una serie di opuscoli a stampa, relativi alla storia di Valdagno, della Valle dell'Agno e delle fonti acquifere di Recoaro Terme. Le missive relative a Rubini, che trattano, in particolare, argomenti d'ambito medico e naturalistico, inerenti la sua professione, anche se non mancano suggestive e appassionanti descrizioni storico-artistiche e riferimenti letterari e filosofici, si sviluppano entro un arco cronologico compreso tra il 25 luglio 1789 e il 22 novembre 1869 per il primo volume e tra il 14 giugno 1803 e il 19 settembre 1826 per il secondo. A partire dai primi anni Sessanta dell'Ottocento, Soster avviò la ricerca di documenti che omaggiassero presso i posteri la memoria dell'illustre medico valdagnese, procedendo nel 1862 al recupero e al riordino delle 98 lettere inviate a Rubini da vari mittenti (u.a. 2) e, successivamente, ottenendo nel 1869 in dono dalla sorella minore di Francesco, Caterina Rubini Ferrari (1804-1893), le restanti missive autografe destinate ai suoi familiari (u.a. 1). La Bertoliana conserva anche altri volumi manoscritti di Francesco Rubini raccolti da Giovanni Soster nel 1862 (mss. 2838 e 3007) e nel 1863 (ms. 2635). Alcuni riferimenti nel ms. 2838 suggeriscono che molti documenti manoscritti di Rubini furono consegnati nel 1862 dal nipote Guglielmo Rubini all'allora bibliotecario Andrea Capparozzo (1816-1884), su consiglio di Soster, che si adoperò a conferire loro una maggior omogeneità. Inoltre, si segnala che laddove fosse risultato complesso l'ancoraggio dei documenti alla legatura, Soster provvide a piccoli interventi di riparazione o rinforzo con altro materiale cartaceo. Per le ipotesi sul reperimento e l'assemblaggio dei volumi si considerino le descrizioni interne alle singole unità archivistiche. In questo ordinamento si è deciso di mantenere l'originario conteggio apposto dal donatore in inchiostro bruno sul margine superiore della c. 1r di ogni documento dell'u.a. 2, che rispecchia l'ordine temporale relativo alle lettere inviate dai singoli mittenti, e la numerazione progressiva a lapis sul margine superiore sinistro della c. 1r dei documenti autografi di Rubini nn. 1-13 dell'u.a. 1, dovuta ad un precedente riordino ed anch'essa rispettosa della loro successione cronologica. Diversamente, al fine di rendere più semplice e chiara la fruizione, si è scelto di inserire una nuova numerazione romana a lapis sull'angolo inferiore destro del "recto" delle carte iniziali e finali di entrambe le unità archivistiche (nn. I-VI del vol. 1 e I-X del vol. 2), esplicative del contenuto o funzionali alla tenuta degli altri documenti alla legatura. Di queste si specifica che le nn. I e V dell'u.a. 1 e le nn. I-X dell'u.a. 2 vengono considerate carte e, pertanto, non contemplate nel conteggio dei documenti.