Sezioni speciali / Epistolari

Epistolario Francesco Caldogno

L'epistolario faceva in origine parte della libreria del marchese Lodovico Gonzati, da lui donata nel 1876 alla Biblioteca Bertoliana, come risulta dalle antiche segnature L. 6.54 (u.a. 1) e L. 6.24 (u.a. 2) riportate a penna sulla controcoperta anteriore dei due volumi, presenti anche nell'inventario redatto nel 1878 da Andrea Capparozzo (A. Capparozzo, Manoscritti che si trovano nella Libreria di M. Lodovico Gonzati da aggiungersi a quelli della Bertoliana. Catalogo fatto nel 1878, pp. 27, 33). Si riconduce a quest'ultimo l'indicazione a penna presente sulla controcoperta dell'u.a 1, mentre risulta di mano di Adele Scarpari la successiva nota a matita, redatta anche sulla prima carta bianca dell'u.a. 2. Con il censimento del materiale, avvenuto nella seconda metà del Novecento, venne inserito a matita il conteggio delle missive, che si pone, nell'u.a. 1, sul margine sinistro e all'inizio di ogni lettera, mentre si colloca sul margine destro nell'u.a. 2. Anche la numerazione delle carte segue due ordini differenti: nell'u.a. 1 è inserita nell'angolo superiore destro e risulta redatta a penna da Capparozzo sino alla c. 252 (segue una più recente numerazione a matita); nell'u.a. 2, invece, è posta a matita nell'angolo inferiore sinistro e risulta di mano di Scarpari. Le carte bianche che precedono le missive di entrambe le unità, sono numerate a matita in cifre romane nell'angolo inferiore destro (u.a. 1) e sinistro (u.a. 2). Entrambi i volumi raccolgono lettere autografe di Francesco Caldogno, artefice della trascrizione di tutta la corrispondenza, sia personale che appartenente a svariati personaggi, tenutasi con i Rettori di Vicenza e con le più influenti cariche del Senato veneziano. Il loro ordinamento rispetta l'ordine temporale a eccezione delle lettere n. 5, 6, 17, 18, 64, 65, 110, 177, 180, 184, 185, 190, 197. Il contenuto si lega all'attività di provveditore ai confini svolta da Caldogno a partire dal 1608, anno che segnò la scomparsa dell'omonimo zio e a cui si legano le prime missive dell'epistolario, incentrate, in particolare, sull'istituzione e controllo della milizia confinaria nella zona dell'Altopiano dei Sette Comuni. Tra i mittenti e destinatari spiccano i capitani di Vicenza Marcantonio Barbarigo e Alvise Donà, il savio alle Ordinanze Giovanni da Mula, il provveditore generale in Terraferma Andrea Paruta, il doge Nicolò Contarini e il savio di Terraferma Pietro Foscarini. Le missive, oltre ai principali fatti e notizie a questi legati, riportano altresì relazioni, memoriali, conti di spese e ballottaggi, fondamentali testimonianze della politica ed economia del tempo, nonché delle condizioni di vita della popolazione locale. All'interno del secondo volume, inoltre, si trovano due pergamene - poste alla fine - datate rispettivamente 11 dicembre 1602 e 25 settembre 1605: si tratta di due procure in latino affidate a Marino Breganze e inerenti ad alcuni affari da compiersi in Asiago, forse legati all'attività del precedente omonimo provveditore.

Epistolario Francesco Caldogno

1602 dic. 11 - 1631 gen. 04 unità archivistiche 2