Sezioni speciali / Epistolari

Epistolario Antonio Magrini

Tra il 1872 e il 1873 la Biblioteca Bertoliana acquisisce un nuovo fondo documentario e manoscritto: il lascito Magrini. 49 opere a stampa del sacerdote vicentino, i suoi manoscritti, il suo carteggio personale e tutti gli esemplari della sua più rinomata opera "Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio" vennero donati alla biblioteca dalla sua erede Maria Franceschini. È necessario, però, sottolineare come non tutte le opere di Magrini pervennero in questa biblioteca entro il 1873; molti furono i manoscritti infatti che, prestati dallo stesso autore a svariati studiosi vicentini, vennero recuperati, con molta fatica, successivamente: l'ultimo manoscritto "Memorie su Valerio Belli" venne ritrovato ben dieci anni dopo il lascito. L'epistolario, composto da tre buste (E. 58-60), quando arrivò in Bertoliana fu collocato all'interno della camera G dell'antica sede della biblioteca sita al Monte di Pietà, come dimostrerebbero le antiche segnature G. 4.2.3 e G. 4.2.4 redatte a matita dal bibliotecario Andrea Capparozzo sulle camicie di alcune delle 175 unità archivistiche che lo compongono. Si sottolinea, però, che le sole buste E. 58 e 59, come si evince confrontando le antiche segnature con l'inventario redatto dallo stesso Capparozzo (A. Capparozzo, Carteggio collocato bella camera G, Vicenza, s.d., pp. 104-112), furono collocate all'interno dell'antica camera, al contrario del volume conservato nella busta E. 60 pervenuto alla biblioteca tramite un diverso lascito. Sulla controcoperta del volume (u.a. 176), redatta a penna, compare la segnatura F. 5.28 indicazione certa dell'appartenenza del volume alla libreria privata del marchese Lodovico Gonzati. La cospicua libreria del marchese confluì all'interno della Biblioteca Bertoliana a seguito della sua morte, che avvenne improvvisamente il 12 settembre 1876. La considerevole donazione Gonzati (più di 6000 opere) era stata da egli già annunciata due anni prima, nel 1874. Confrontando l'antica segnatura con il secondo inventario redatto da Capparozzo nel 1878 (A. Capparozzo, Manoscritti che si trovavano nella libreria di M. Lodovico Gonzati da aggiungersi a quelli della Bertoliana, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, p. 21) si ha l'effettiva certezza che il volume appartenesse alla libreria di Lodovico. Le prime due buste del carteggio, che ricoprono un arco cronologico che va dal 1830 al 1872, furono organizzate da Capparozzo seguendo l'ordine alfabetico per mittente. Confrontando l'inventario del carteggio con ciò che effettivamente è contenuto al suo interno, si può desumere come esso sia stato integrato nel corso del tempo di altro materiale; ne sono un esempio le unità archivistiche 10, 171 e 172. L'u.a. 10, con l'intitolazione redatta da Capparozzo, fu, con ogni probabilità, integrata alla busta E. 58 da Scarpari intorno agli anni Ottanta del Novecento, quando, coadiuvata da Merlo, riorganizzò e numerò il carteggio. Le unità 171 e 172, anch'esse escluse dall'inventariazione di Capparozzo, furono invece aggiunte in un momento non identificabile, così come, ad oggi, non è possibile individuare le due mani che redassero le intitolazioni sulle coperte. Si sottolinea anche come le due unità 96 e 105 non corrispondano oggi all'originaria disposizione data da Capparozzo. Nel suo elenco, infatti, le due unità compaiono alla fine dei fascicoli contenuti nella seconda busta (E. 59). Si è deciso, con la presente inventariazione, di mantenere la collocazione di entrambi i fascicoli così come essi si presentavano al momento dell'ultimo controllo: l'unità 105 (Ignazio von Olfers) in ordine alfabetico, mentre l'unità 96 (Conte da Grimm) in testa alla busta E. 59. La numerazione e la nuova organizzazione dei fascicoli e delle lettere è da ascrivere all'intervento di Scarpari e Merlo intorno agli anni Ottanta del Novecento. Con esso venne apportata una numerazione crescente, redatta a matita sull'angolo superiore sinistro, azzerata però con il principio della seconda busta omettendo, di fatto, il rapporto di continuità tra le varie unità archivistiche e creando così due contenitori a sé stanti. In un successivo e non ben identificato momento, le due buste sono state riorganizzate apportando alle missive un nuovo conteggio. La nuova numerazione, prevede un computo specifico per ogni unità archivistica. Si sottolinea che tale lavoro fu eseguito da due personalità diverse, come si può facilmente evincere dalla maniera scrittoria e dalla diversa posizione che le cifre ricoprono nelle varie lettere (angolo superiore destro e angolo inferiore destro). Con il presente inventario si è operato a concludere il conteggio delle lettere ove mancante e a correggerne il computo nel caso in cui esso fosse errato. Si specifica inoltre che dall'unità 144 in poi, vi è la sola presenza del conteggio specifico in quanto la numerazione in ordine crescente risulta essere stata interrotta. Si rileva la presenza di un'antica numerazione nel fascicolo u.a. 126 (coeva alle lettere) in cifre romane. I documenti conservati all'interno dell'unità archivistica 173 sono stati organizzati, con il presente inventario, in ordine cronologico ma, essendo alcuni documenti rilegati tra loro, si è scelto di ordinarli secondo la sola data riportata nel primo documento non considerando quindi le date riportate all'interno. Il fascicolo u.a. 67 appare, ad oggi, privo di contenuto. Come specificato nella nota redatta a matita sulla camicia del fascicolo, esso si presentava vuoto già dal 1977. L'unità archivistica 164 è stata, con il presente inventario, suddivisa in due sottofascicoli: il primo contenente le missive di Luigi Dalla Vecchia a Magrini, organizzate secondo ordine cronologico; il secondo, invece, contiene missive e documenti privi di data. Si sottolinea infine che il secondo sottofascicolo presenta una numerazione per carta e non per documento, in quanto la maggior parte delle missive risultano essere incomplete sia perchè mutile di una parte sia perchè strappate nella sezione longitudinale. Il volume u.a. 176 (E. 60), come già precedentemente specificato, faceva parte della libreria privata di Lodovico Gonzati e per questo motivo fu accorpato al restante carteggio solo successivamente. Verosimilmente fu lo stesso Lodovico a organizzare e a rilegare, in volume cartaceo, buona parte delle lettere che Magrini scambiò con lui e suo padre Vincenzo. Le missive, ordinate in ordine cronologico, ricoprono un arco temporale che va dal 1839 al 1848 e riguardano, per lo più, questioni di carattere privato inerenti agli studi, alle ricerche e alle opere pubblicate da Magrini. Ulteriori particolarità sulla disposizione del carteggio all'interno delle unità sono date nella descrizione interna delle stesse. L'epistolario testimonia i molteplici contatti intessuti da Antonio Magrini con i principali personaggi dell'ambiente culturale, in particolare letterario e storico del tempo. Tra i tanti nomi spiccano sicuramente quelli di architetti (Ottavio Capra, Antonio Diedo, Thomas Leverton Donaldson, Giovanni Miglioranza), ingegneri (Pietro Pasini, Luigi Paletti, Lorenzo Urbani, Girolamo Lorenzoni), storici dell'arte (Amico Ricci, Francesco Zanotto e Michelangelo Gualandi) e politici (Cosimo Ridolfi, Agostino Sagredo, Casare Cantù, Gino Capponi).

Epistolario Antonio Magrini

1830 - 1872 unità archivistiche 175