Archivi di famiglia
Archivio della famiglia Da Schio Ferramosca (eredità Scipione Ferramosca)
Il fondo Ferramosca costituiva, al momento del progetto di "Censimento inventariale" realizzato nel triennio 2007-2010, un unico complesso documentario. Già nella fase di censimento si erano rilevate le difformità di carattere intrinseco ed estrinseco della documentazione, che afferiva infatti a due rami della famiglia, l'uno estintosi con Leonardo di Nicolò Ferramosca (cfr. Scheda fondo Archivio Sesso Ferramosca), l'altro con Scipione Ferramosca . Questo secondo nucleo di documentazione entrò per eredità in casa Da Schio. Il figlio di Antonio Ferramosca quondam Cardino, Guido, sposò Lucilla Verlato, già vedova di Pietro Ferramosca: la loro discendenza si estinse nel 1741 con la morte di Scipione, il quale, privo di eredi maschi, nominò suoi coeredi Alvise Porto Barbaran, sposato con la figlia Elena, Giuseppe Trento, sposato con la figlia Valeria, Anna Ferramosca, vedova di Girolamo Garzadori, Almerico Da Schio, sposato con la figlia Ghellina, Antonio Leopoldo Zacco, sposato con la figlia Lucilla. Con testamento del 18 dicembre 1794 (notaio Giovanni Battista Finozzi) Anna Ferramosca Garzadori divideva poi i beni ereditati dal padre tra Ottavio Trento, Giovanni da Schio, e i nipoti Luigi, Ottaviano e Girolamo Porto Barbaran. Che l'archivio, o per lo meno una parte di esso, venga consegnato alla famiglia Da Schio lo conferma il memorialista Giovanni Da Schio (1798-1868), che per la realizzazione dei «Memorabili» e delle genealogie della famiglia Ferramosca afferma di aver consultato il catastico dell'archivio di Leonardo Ferramosca realizzato da Voltolin, "veduto probabilmente da me in casa Sessi Ferramosca" (cfr. scheda fondo Archivio Sesso Ferramosca) e "l'archivio Ferramosca presso di me" (cfr. Da Schio, Appendice, p. 1040). L'archivio che fu di Scipione Ferramosca non è dunque da considerare pertinente al «Fondo Ferramosca» - così come è stato fin ad oggi interpretato - bensì va inteso come pertinente all'archivio della famiglia Da Schio.La presenza tra le carte Ferramosca di materiali della famiglia Da Schio (libri di affittanze, libri di spese per lo più domestiche, saldoconti delle entrate e delle uscite), l'individuazione di annotazioni di mano di Giovanni Da Schio all'interno di mazzi di processi Ferramosca (cfr. bb. 83, 115, 117, 125), la segnalazione in alcuni registri - sempre di mano di Giovanni da Schio - di materiale appartenente all'archivio della famiglia Sangiovanni (archivio che entra in casa Da Schio in seguito al matrimonio tra Giovanni Da Schio, nonno del memorialista, ed Elena Sangiovanni, ultima della sua discendenza), sono d'altra parte dei chiari indicatori che questo archivio Ferramosca è proprio una parte del più vasto archivio entrato in casa Da Schio. L'ipotesi era stata avanzata già nella fase di censimento di questa parte d'archivio; ora l'analisi contestuale delle carte e dei repertori dell'Archivio della famiglia Da Schio, che nel 2013 è stato consegnato in custodia temporanea all'Archivio di Stato di Vicenza, ne conferma la validità. Giovanni da Schio realizzò sul proprio archivio di famiglia un importante lavoro di ordinamento, indicizzazione e condizionamento, che andò ad alterare il precedente ordinamento del fondo. Si sa che nel 1603 Giulio Da Schio compilò l'inventario degli istrumenti e dei processi (cfr. Archivio Da Schio, Inventari, volume LXII) ed è presumibile che Giovanni da Schio intervenga proprio su questo ordinamento seicentesco. Oggi l'archivio di famiglia risulta organizzato in volumi, con documentazione raccolta per materie; Giovanni da Schio appone sul dorso dei volumi il titolo e il numero progressivo del volume (in numeri romani) e stila, sulla prima o ultima carta del volume, un indice dei documenti/fascicoli. L'archivio è servito da un «Repertorio nominale dell'archivio Schio sopra i primi volumi CCXXX» con l'indice alfabetico dei nomi "di cose e d'uomini ... fatto per ordine di tempi", cioè con indicazione degli anni di riferimento della documentazione. Alla fine del repertorio Giovanni Da Schio riporta anche indicazione di una serie di «Quaderni» numerati: si tratta di registri vari della famiglia Da Schio, Ferramosca, Sangiovanni, numerati progressivamente da 1 a 180. La numerazione segnata sul Repertorio trova riscontro nel talloncino incollato sul dorso o sul piatto anteriore dei registri. Il Repertorio rimanda all' «Elenco cronologico delle carte possedute dalla famiglia Schio» (in due tomi), diviso in tre finche con indicazione di anno dei documenti, intitolazione del fascicolo e mazzo di riferimento. La sezione di archivio Ferramosca presente in Bertoliana non risulta in realtà essere stata catasticata da Giovanni Da Schio; alla Bertoliana sono stati consegnati però anche una parte dei «Quaderni» numerati (segnati 140, 141, 143, 145, 146, 148, 150-157, 172) ed elencati nel «Repertorio nominale dell'archivio Schio sopra i primi volumi CCXXX». Il quadro generale risulta pertanto complesso. Non sono note al momento le vicende che indussero a depositare questa parte di archivio Ferramosca in Biblioteca Bertoliana e a mantenere un'altra parte insieme all'archivio di famiglia. Resta d'altra parte ingiustificato il fatto che alcuni «Quaderni» restino legati all'archivio consegnato alla Bertoliana, altri legati alle carte della famiglia Da Schio, sebbene fosse chiara al catasticatore la loro appartenenza a una medesima serie. La sezione di archivio Ferramosca è pervenuta in Bertoliana organizzata in mazzi: le unità presentano tracce di un preesistente ordinamento, purtroppo nel tempo gravemente manomesso. Un registro oggi in Archivio di Stato (Serie «Quaderni», n. 86) include un "Sommario" dell'archivio Ferramosca e fornisce alcune indicazione sulla struttura originaria del fondo, organizzato in Istrumenti, Testamenti, Inventari, Divisioni, Doti. In Bertoliana si conservano oggi libri di istrumenti, processi, libri di entrata e di uscita, ricevute. Solo una minima parte dei mazzi presenta l'originario foglio in carta semplice recante l'elenco delle controparti (riportati ora nell'inventario quali intitolazioni originali), elemento rilevatore di quello che doveva essere l'originario criterio di organizzazione dell'archivio. Le carte devono aver subito nel corso del tempo rimaneggiamenti che ne hanno scombinato le iniziali aggregazioni: numerosi fogli recanti le precedenti segnature sono stati infatti ritrovati, talvolta anche raggruppati in mazzetti, inseriti tra fascicoli di mazzi non corrispondenti, nel contenuto, alle indicazioni ivi riportate. I fogli ritrovati sciolti sono stati raccolti e sono conservati a parte, in quanto utili strumenti per l'eventuale ricostruzione dell'ordinamento originario del fondo. Un buon numero di questi cartigli reca annotazioni di mano di Giovanni Da Schio relative a specifici documenti che dovevano essere presenti nel mazzo o rinvii a documentazione collegata. Questo induce a pensare che Da Schio avesse iniziato a catasticare anche questa parte di archivio e che poi il lavoro, per qualche motivo, si sia interrotto. Forse fu la morte del memorialista (1868) a determinare questa strana sorte delle carte, forse il fatto che il materiale si trovava in altro luogo di conservazione. Il risultato fu che quanto già ordinato dell'archivio Ferramosca rimase incardinato nell'archivio della famiglia Da Schio, quanto ancora da analizzare rimase come sezione a se' stante e consegnato alla Bertoliana in una data che, allo stato attuale delle ricerche, non è stato possibile recuperare.
Si segnala infine che in Archivio di Stato a Vicenza, oltre all'Archivio della famiglia Da Schio, è presente un altro archivio Ferramosca (sub-fondo dell'Archivio della famiglia Piovene Orgiano), con documentazione prodotta dal ramo confluito nella famiglia Tornieri in seguito al matrimonio tra Laura Ferramosca e Lorenzo Tornieri.
162 mazzi, 20 filze, 18 fascicoli, 4 registri, 2 volumi, 1 pacco.