Carte Gian Dauli
Le carte di Gian Dàuli conservate nella Biblioteca Bertoliana furono donate nel 1995 da Paola Solari Cortesi e Gianfranca Solari Sartini, con il coinvolgimento di Erminia De Cristoforo e di suo figlio Luigi Foresi. Il fondo, assai cospicuo, è costituito da 26 buste, che raccolgono manoscritti, dattiloscritti, stampati e lettere. Tra i romanzi si segnalano i dattiloscritti, talvolta accompagnati anche da manoscritti e bozze di stampa, di "Le sei mogli di Enrico VIII", "Soldati", "Ricostruire la vita", "Carri nella notte", "Il domani è nostro", "Cabala bianca" e le traduzioni in lingua francese e tedesca di "La Rua". Molti sono anche i dattiloscritti e manoscritti di novelle e racconti, fra cui "Zio Floflò" e "Frescolino", dedicati ai ragazzi. Nella sezione relativa alle opere teatrali sono presenti commedie, quali "Gli amanti di Venezia", "Contro i più", "La corte Gastaldon" e sceneggiature e riduzioni da romanzi, come "Lupo di mare", dal libro di Jack London. I numerosi versi manoscritti testimoniano gli sforzi poetici dello scrittore vicentino, mentre le sezioni contenenti saggi, conferenze, discorsi e appunti offrono un'immagine precisa dei suoi variegati interessi. Accanto a scritti di critica letteraria, relativi, ad esempio, alla letteratura americana contemporanea, da Verga a Hardy, a Dante, sono presenti dattiloscritti sui rapporti tra editori, autori, librai e pubblico, sulle fiere del libro, appunti sul fascismo e ricordi di viaggi. In altre carte sono affrontati temi di vasto respiro, come "L'amore nella vita e nell'arte"; "Ars longa, brevis vita"; "La forza del pensiero e la forza della tradizione"; "Meditazioni sulla vita e sulla morte"; "I negri nella vita e nell'arte"; "La parola e l'uomo"; "Per un rinnovamento spirituale della Scuola pel Popolo". L'intensa attività di traduttore cui si dedicò Gian Dàuli è ben documentata dai dattiloscritti e manoscritti di traduzioni, prefazioni e biografie di vari autori. Tra questi spiccano i nomi di Bojer, Burger, Chesterton, Comte, Donn Byrne, Farson, Galsworthy, Goier, Golding, Hardy, Henry, London, Mannin, Maugham, Moore, Tinianov, Wells, Zangwill. Sono da segnalare infine i diari e le memorie autobiografiche che, seppur in modo non continuativo, coprono l'arco temporale compreso tra il 1917 e il 1944. Talvolta vi appaiono frammischiati appunti vari e minute di racconti. Assai vasto e interessante il carteggio di Gian Dàuli, in cui la corrispondenza con autorevoli esponenti della cultura del tempo si intreccia con quella commerciale legata all'attività editoriale dello scrittore. Tra i molti nomi di rilievo si possono citare Sibilla Aleramo, Corrado Alvaro, Johan Bojer, Valentino Bompiani, Giuseppe Antonio Borgese, Virgilio Brocchi, Achille Campanile, Emilio Cecchi, Dall'Oglio, Donn Byrne, Gallimard, Galsworthy, Adolfo Giuriato, Piero Gobetti, Salvatore Gotta, Gyldendal, Ettore Lo Gatto, Mondadori, Marino Moretti, Motta, Ada Negri, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini, Cesare Pavese, Giacomo Prampolini, Giuseppe Prezzolini, Piero e Clemente Rebora, Rizzoli, Filippo Sacchi, Filippo Turati, Giovanni Verga, Israel Zangwill. Le carte Gian Dàuli riflettono l'indole disordinata, eccentrica e impulsiva dello scrittore, che era facile agli entusiasmi, ma per nulla sistematico: molti testi appaiono incompleti, altri sono scritti a matita, in alcuni casi sono presenti sia in forma manoscritta che dattiloscritta, con numerose correzioni e varianti. Ci sono anche minute di racconti senza titolo, così come frammenti di romanzi, racconti, opere teatrali da identificare, scartafacci e documenti preliminari a scritti di vario tipo. Al materiale di pertinenza di Gian Dàuli è frammischiata documentazione eterogenea, come sceneggiature di autori diversi, probabilmente da lui utilizzate o raccolte. Il fondo riveste un notevole interesse, soprattutto perché vi emergono appieno la poliedrica personalità dell'autore e le sue vaste relazioni, che meritano di essere studiate in modo approfondito.
L'archivio è stato ordinato e descritto analiticamente da Adele Scarpari nel 2002. L'inventario è stato digitalizzato su software Arianna nel 2014 da Erika Zanotto.