Archivio della famiglia Bissari
L'archivio Bissari fu donato alla Biblioteca Bertoliana nel 1924 da Luigi Biego, erede di Luigia Bissari. Nel corso dell'Ottocento parte della documentazione della famiglia, in quantità non precisabile, fu divisa tra diversi eredi, in seguito all'assegnazione a ciascuno di essi di quote di beni e fondi. Una parte pervenne infine alla Biblioteca, grazie alle donazioni di Rita Brognoligo, una delle eredi, e di Giangiorgio Zorzi Giustiniani, che aveva rinvenuto alcune carte nel corso delle proprie attività di ricerca. Su questa documentazione in particolare si rinvia alle Carte Bissari. L'archivio Bissari propriamente detto è costituito da istrumenti in volumi, due serie di processi, l'una relativa alla famiglia stessa e una denominata Muzani Bissari, registri di amministrazione, disegni. Il fondo è inoltre provvisto di catastici, ancora oggi utili al reperimento del materiale. Le operazioni di descrizione dell'archivio si possono collocare in due momenti ben precisi: una prima, effettuata per volontà di Giacomo Bissari nel 1677, portò alla realizzazione di un registro che, oltre a descrivere la documentazione, fotografa il patrimonio documentario presente in casa Bissari in quel periodo. Una seconda operazione fu realizzata circa un secolo dopo e comportò la redazione di un'opera imponente, composta di ben 11 registri, relativi sia agli istrumenti che ai processi e comprensiva di indici. In epoca posteriore, ma al momento imprecisata, sulle unità archivistiche fu posta inoltre una etichetta adesiva con riferimento ad un non ben precisato inventario, che non è stato possibile identificare e che si ritrova anche su alcune unità delle Carte Bissari.
109 mazzi, 55 volumi, 37 buste, 12 registri, 2 cartelle di disegni.