Archivi d'impresa

Archivio dei periti Crestani

Quello dei Crestani sembra essere, per il momento, l'unico archivio tecnico-professionale di periti conservato in Biblioteca Bertoliana. Gli archivi degli altri periti vicentini noti (Antonio Trecco, Antonio Tretti, Giuseppe Mezzalina, Lorenzo Marchi e Carlo Tritoni) si trovano infatti nell'Archivio di Stato di Vicenza nel fondo "Giudiziario di Vicenza di antico regime, civile", serie "Perizie e stime" (bb. 7, 1750-1815). Ad oggi non è chiaro il perché della diversa ubicazione di questi identici fondi. L'ipotesi più probabile è che sia una semplice conseguenza dello spostamento di materiali avvenuto nella seconda metà degli anni '50, a seguito del trasferimento dell'Archivio di Stato di Vicenza dagli ambienti della biblioteca (dove era ospitato dal 1943) alla nuova ed attuale sede: alcuni complessi archivistici rimangono, infatti, nei depositi della Bertoliana e tra questi, evidentemente, anche l'archivio Crestani. Il fondo in questione si compone degli atti prodotti nello svolgimento della loro attività dai pubblici periti Iseppo Crestani, Carlo Crestani quondam Iseppo e Carlo Crestani quondam Giacomo, nipote di Carlo senior, in un arco di tempo che va dal 1665 al 1790. Si tratta per lo più di minute di perizie, misurazioni, divisioni, perticazioni, conteggi e disegni, risultato delle indagini condotte da questi professionisti su richiesta di committenti diversi, sia pubblici che privati. Le ragioni che portavano alla richiesta di questi interventi da parte di un perito erano per lo più compravendite di beni immobili, passaggi di proprietà, divisioni ereditarie, liti tra confinanti, stime di danni provocati ad abitazioni e terreni da calamità naturali etc. In genere, venivano realizzate almeno due copie di ogni documento: una quale atto ufficiale da consegnarsi al committente che ne aveva fatto richiesta e una per l'archivio personale di lavoro del perito (che, stando alla terminazione dei Provveditori sopra i beni comunali del 27 gennaio 1757 m. v., al momento della morte doveva essere consegnato dagli eredi alla cancelleria prefettizia, insieme al libro nel quale egli aveva registrato tutte le operazioni compiute). Nel fondo Crestani qui censito gli atti sono raggruppati in mazzi in base all'anno di produzione; la presenza, in ogni mazzo, di un talloncino di epoca settecentesca con l'indicazione dell'anno, lascia supporre che questa organizzazione del materiale sia stata voluta fin dall'origine dagli stessi soggetti produttori. I documenti (fascicoletti costituiti da alcune carte sciolte) presentano tutti la medesima struttura: la relazione dell'indagine eseguita, con indicazione di cause e richiedenti, è seguita da alcuni fogli con conteggi, minute, stime e, naturalmente, i disegni dei terreni o edifici presi in considerazione. Sul verso del fascicoletto, inoltre, si trovano riportate la data topica e cronica di redazione del documento, nonché un breve riassunto dell'intervento svolto. Nel descrivere l'archivio si è deciso di rispettare semplicemente l'ordine cronologico dei mazzi, senza creare serie e suddividere il materiale in base al singolo perito che l'ha prodotto. Da una breve analisi della documentazione è infatti emerso che il fondo non presenta cesure ma, piuttosto, un'evidente continuità, dovuta anche al fatto che spesso due diversi periti Crestani collaborano alla realizzazione di uno stesso documento, come attestano le sottoscrizioni (questo avviene in modo particolare nel periodo in cui il Crestani junior comincia a subentrare al senior nello svolgimento della sua attività). Per quanto concerne l'arco cronologico indicato la documentazione non presenta lacune e, nel complesso, si trova in ottime condizioni conservative.

Mazzi cartacei di documenti sciolti

Archivio dei periti Crestani

1665 - 1790 nov. 26 unità archivistiche 82